È finito in carcere l’editore dell’agenzia di stampa Dire, Federico Bianchi di Castelbianco, nell’ambito dell’inchiesta per una presunta corruzione al Miur.

Ad eseguire la misura cautelare i militari della Guardia di Finanza, scrive AGI, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Carlo Villani. Finite ai domiciliari altre due persone. I reati contestati in concorso agli indagati sono corruzione e rivelazione e utilizzazione del segreto istruttorio. Bianchi di Castelbianco, stando alla Finanza, è l’amministratore di 3 società e di una fondazione, tutte con sede a Roma operanti nel settore della comunicazione e della formazione, che, nel periodo 2018-2021, hanno ricevuto affidamenti da parte di Istituti scolastici per circa 23 milioni di euro.
Le indagini, coordinate dalla procura di Roma e sviluppate dalla Finanza anche attraverso analisi dei flussi finanziari e approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette, hanno riguardato plurimi episodi corruttivi nei confronti dell’ex Capo Dipartimento del Ministero dell’istruzione Giovanna Boda. Sono stati individuati bonifici e dazioni in contante oltre a spese di carattere personale di varia natura e tipologia.
CdR Dire: Nostro lavoro va avanti nonostante arresto editore – “I giornalisti dell’agenzia stampa Dire, anche in rappresentanza delle aree tecniche e amministrative dell’azienda, appresa la notizia riguardante i provvedimenti odierni a carico dell’editore, sottolineano che il loro lavoro va avanti garantendo continuità professionale e quell’impegno che da sempre li contraddistingue nel raccontare i territori e le istituzioni”. E’ quanto si legge in una nota del cdr dell’agenzia di stampa Dire.
“I provvedimenti annunciati oggi dalle autorità competenti, pur nella loro rilevanza – prosegue la nota -, non intaccano e non intaccheranno la dedizione e la qualità del lavoro espresse quotidianamente e misurabili con costanza nei notiziari, sul sito web e sulle piattaforme social”.