In un anno un sito web di grande popolarità e ricco di contenuti produce tanta Co2 quanto un aereo che percorre 6,3 milioni di chilometri. Praticamente quanto 913 voli di sola andata Roma-New York. Oppure tanto quanto un’automobile che percorre 13,5 milioni di chilometri. Un sito molto visitato arriva infatti a produrre 1.800 tonnellate di anidride carbonica all’anno. E a inquinare non sono solo i siti. Come scrivono Alice Scialoja e Federico Finocchi su LaPresse, alla produzione di emissioni contribuiscono anche le app, le email, i selfie, i post sui social, i video in streaming, il backup dei dati e tutte le attività automatiche del web. Per non parlare delle criptovalute. Una montagna di emissioni digitali pari a circa un miliardo e 850 milioni di tonnellate all’anno nel mondo, che piazza il web dritto dritto nella graduatoria dei Paesi più inquinanti. Secondo la classifica elaborata dal Global Carbon Project, stando alle stime, il Paese del digitale si piazzerebbe al quarto posto dopo Cina, Stati Uniti e India. A scattare la fotografia a LaPresse è Ale Agostini, amministratore di AvantGrade.com, agenzia Seo e digital marketing, che ha messo a punto uno strumento chiamato Karma Metrics per permettere una diagnosi dell’efficienza energetica delle pagine web basata su 23 parametri.

“Se fosse considerato alla stregua di una nazione – spiega Agostini – il web sarebbe il quarto Paese al mondo per emissioni di Co2 prodotte. Un dato peraltro sottostimato perché negli ultimi due anni l’uso delle tecnologie digitali è ulteriormente aumentato. Secondo la stima riportata nel suo libro da Bill Gates sono emesse complessivamente ogni anno 51 miliardi di tonnellate di Co2, di cui il 27% è prodotto dal settore elettrico, che è quello che adoperiamo per le nostre connessioni. Senza interrogarci però sulle fonti energetiche adoperate per produrre questa energia. Per questo – prosegue l’amministratore di AvantGrade.com – quando si crea un sito web occorre domandarsi quanto inquina”. Il livello di produzione di Co2 di un sito internet infatti è determinato dalla costruzione delle pagine e può essere ridotto attraverso il miglioramento del loro funzionamento. “E’ importante – spiega Agostini – la pulizia dei codici con cui è scritto il sito, che ne misura l’efficienza tecnica. ma anche la quantità di script presenti all’interno della pagina, la quantità di video e immagini, e le modalità con cui vengono caricati”. I video, in particolare, consumando più energia di una foto o di un testo, producono più emissioni. Ma incide anche il numero di connessioni. “Un sito molto popolare e con tanti contenuti consuma di più di un sito meno visitato e meno pesante. Un portale ‘leggero’ emette circa 150-200 chili di anidride carbonica all’anno, mentre uno più ‘pesante’ e visitato arriva a produrre 1.800 tonnellate di Co2 l’anno. Un volume di anidride carbonica pari a quella prodotta percorrendo 6,3 milioni di chilometri in aereo o 13,5 milioni di chilometri in automobile”. E in futuro le emissioni del web aumenteranno o riusciremo a contenerle? “Tutto dipenderà da noi – conclude Agostini – e da quanto aumenterà la consapevolezza che anche l’uso del web produce emissioni di gas serra”.
Per una vita digitale più eco-sostenibile, AvantGrade.com suggerisce dieci regole da osservare: pulire le foto nello smartphone; preferire siti web poco inquinanti; usare piattaforme di scambio; usare lo streaming con attenzione; pulire le e-mail; pulire le app sullo smartphone; preferire i web meeting senza video; utilizzare gli sms piuttosto che video e audiomessaggi.