“Le comunicazioni effettuate e ricevute all’interno di un social network sono finalizzate unicamente a quanto stabilito nelle condizioni di utilizzo del servizio”
I dati degli utenti di LinkedIn non possono essere usati da terzi per attività di marketing. Lo ha stabilito il Garante per la Privacy intervenendo sul lavoro di un’agenzia immobiliare. La quale proponeva i suoi servizi alla proprietaria di un immobile utilizzando i contatti, appunto, di LinkedIn.
“Le comunicazioni effettuate e ricevute all’interno di un social network sono finalizzate unicamente a quanto stabilito nelle condizioni di utilizzo del servizio”, ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali.
E questo perché la piattaforma ha come finalità lo scambio di contatti al fine di fornire opportunità di lavoro. E non prevede che gli utenti del social network possano utilizzarla per inviare messaggi ad altri utenti con lo scopo di vendere prodotti o servizi, anche se in ciò consiste la propria attività lavorativa.
Perciò, rileva l’Autorità, “non ha alcuna rilevanza il fatto che il profilo di un utente sia aperto o meno a ricevere contatti da parte di altri utenti del social. Ciò che conta è la finalità – in questo caso promozionale – per cui il messaggio è stato inviato, finalità che è in contrasto con quella prospettata nelle condizioni contrattuali di adesione al social network”.
Il Garante ha poi rivolto un ammonimento all’agenzia, invitandola ad adottare idonee misure organizzative. L’Autorità ha ritenuto la misura sufficiente e proporzionata. Considerando il fatto che si tratta di una piccola impresa, esposta alla crisi economica causata dalla pandemia, che non risultano ulteriori procedimenti a suo carico e che si è trattato di un solo contatto diretto alla reclamante.
L’agenzia – come riporta Agi – ha comunque dovuto subire una sanzione di 5mila euro per non aver fornito riscontro alle reiterate richieste di informazioni del Garante, rendendo necessaria la notifica tramite il Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza.