All’evento Gedi sulla sostenibilità, si parla dell’eredità di Cop26. Con l’ex segretario Usa anche il ministro Cingolani
Presenze istituzionali e internazionali, come John Kerry, premi nobel, ma anche attori e volti social. Il gruppo Gedi ha festeggiato il primo compleanno di Green&Blue, l’hub dedicato ai temi dell’ambiente e della sostenibilità con tante presenze di rilievo.
A tenere banco l’eredità di Cop26 e i suoi esiti controversi, analizzati anche da un sondaggio Sgw, secondo cui solo uno su 3 pensa che sia stata un’occasione sprecata.
Cingolani: Cina e India hanno chiesto più tempo
Cina e India a Glasgow hanno detto: se volete che accettiamo anche noi l’obiettivo di stare sotto 1 grado e mezzo di riscaldamento globale, dovete darci più tempo. E’ la sintesi che il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha fatto dell’accordo finale.
“Ci sono questi due grossi paesi, che producono forse il 40% della Co2 totale e fanno quasi 3 miliardi di abitanti”, ha raccontato il ministro, sottolineando la necessità delle due nazioni di avere più tempo a disposizione. “Indiani e cinesi ci dicono: ‘avete inquinato fino ad ora, e ora che cresciamo noi, ci dite che non possiamo inquinare'”. E lì, ha aggiunto: “si è vista la difficoltà di trovare un accordo che vada bene a quasi 200 Paesi, con esigenze molto diverse tra loro”. “Vogliamo fare la conferenza mettendo insieme quelli che hanno i castelli e quelli che non hanno neanche una casa. Credo che sia un format su cui bisogna riflettere”, ha chiosato, rimarcando quanto esistano delle abissali differenze tra le varie parti del mondo.

Ma c’è una tema su cui il ministro ha espresso tutta la sua perplessità e rammarico, e cioè i fondi da destinare ai paesi più esposti. “La cosa molto imbarazzante è che non siamo riusciti a raggranellare dal 2015 i famosi 100 miliardi per i paesi vulnerabili, è vero che c’è stato il covid, ma si percepiva la mancanza di fiducia verso i paesi avanzati.
Dopo l’accordo di Parigi, dal 2015 si dovevano trovare i 100 miliardi, ora siamo al 2021 e questi 100 miliardi non sono ancora stati raggiunti”.
Kerry ai giovani: boicottate società non virtuose
Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno John Kerry, in collegamento da Parigi.
Secondo l’ex segretario di stato Usa, oggi inviato speciale del presidente per il clima, a Glasgow “molto è stato raggiunto”, e la Cop26 “ha alzato l’obiettivo delle ambizioni del mondo. Abbiamo adottato un piano che manterrà vivo l’obiettivo di 1,5 gradi”.
“Per la prima volta è stato affrontato il tema del carbone. E in questi paesi prima di eliminare il carbone, devi diminuirlo”. Secondo Kerry, “ci stiamo muovendo ora dobbiamo accelerare”. Sugli Stati Uniti ha detto: “noi siamo il paese più ricco al mondo e siamo i primi che dobbiamo fare di più. Ogni paese deve prendersi la sua responsabilità”, specificando come la cooperazione con la Cina sia “cruciale”.
Kerry si è rivolto ai giovani, secondo lui dotati di un “un potere enorme”. “Boicottare i prodotti con le società che non fanno sforzi per far parte della soluzione”, è stato il suo invito, accompagnato anche dall’appello alla partecipazione.
“La maggior parte del mondo è giovane”, ha detto.
“La maggior parte delle persone in medio oriente, in sud asiatico sono giovani, hanno un grande potere, possono avere un impatto sulla politica di tutte le nazioni”. “Solleciterei i giovani non soltanto a protestare ma anche a tradurre le loro proteste in partecipazione, in modo che il sistema sia responsabile che la democrazia possa funzionare”.
La delusione del nobel Parisi
Diverso il giudizio del fisico italiano Giorgio Parisi, fresco di Premio Nobel, che ha parlato di esito “deludente”. “L’impegno di mantenere il riscaldamento entro 1,5 gradi non è stato fatto in modo che ci sia una scaletta precisa dei provvedimenti”.
Martina Comparelli di Fridays for Future ha definito Glasgow “un flop clamoroso”. Come lei lo scrittore americano Jonathan Safran Foer: “Le promesse fatte non significano molto”.
Il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, al convegno ha detto che “a Glasgow il settore privato ha capito che la transizione ecologica è il futuro. Lo hanno capito la mobilità e la finanza”. Ed il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha ribadito: “bisogna agire subito”.