Ogni famiglia ha in media 5 schermi. Boom tv lineare in streaming

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La tv resta centrale per gli italiani, ma cambia sempre di più il modo di guardarla. Il rapporto Censis-Auditel racconta come

La televisione resta centrale nella dieta mediatica degli italiani, ma cambiano le modalità di fruizione, sempre più individualizzate e on demand, con la costruzione da parte di ciascun componente del nucleo famigliare di un proprio palinsesto frutto della combinazione di contenuti diversi su schermi diversi e in luoghi diversi.
Lo racconta il Rapporto Auditel-Censis, dal titolo ‘L’Italia multiscreen: dalla Smart Tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale’, presentato al Senato.

Quasi 120 milioni di schermi

Secondo lo studio, presentato al Senato, in media in ogni famiglia ci sono 5 schermi, considerando smartphone, smart tv, pc e tablet, per un totale di 119 milioni e 400 mila (+6,2% negli ultimi due anni). Cresce del 3,6% rispetto al 2019 il numero delle famiglie connesse, oggi sono il 90,2% del totale, e quelle che possiedono una connessione sia fissa che mobile sono il 59,4% (+6,2%).

Nel 2021 gli apparecchi televisivi superano i 43 milioni (+1,0% dal 2019) soprattutto per effetto dell’ormai prepotente presenza di Smart Tv o dispositivi esterni collegati: sono 15,3 milioni (+46,6% negli ultimi due anni) e si pongono in sintonia sia con le nuove modalità di visione e di ascolto (ormai radicate all’interno del corpo sociale) sia con lo switch off reso necessario dall’avvento del digitale terrestre di seconda generazione.
In aumento anche gli smartphone, che sono oltre 48 milioni (+8,9% dal 2019). Così come crescono i pc collegati, quasi 20 milioni, e i tablet, 7,7 milioni.

Smart tv anche per navigare in Rete

Quasi 4 milioni di individui, poi, utilizzano la Smart Tv per navigare su internet. Il device di fatto rappresenta una porta d’accesso ad internet per oltre 22 milioni di italiani.
Tuttavia, su 15,5 milioni di Smart Tv presenti nelle case degli italiani, sono 12,3 milioni quelle effettivamente connesse: 3,2 milioni, invece, non sono collegate alla rete, per un totale di 2 milioni e 594 mila famiglie che hanno in casa almeno una appartecchio tv smart, ma la utilizzano esclusivamente in modalità lineare. Tra loro, la stragrande maggioranza (87,4%, per un totale di 2 milioni e 267 mila famiglie) possiede il collegamento ad internet, però nell’85,2% dei casi è solo da linea mobile, rendendo più difficile l’utilizzo in streaming.

Si guarda la tv, ma non in tv

Nel 2020 circa 7,3 milioni di italiani con più di 4 anni (il 12,5% del totale; nel 2019 erano meno di 6 milioni, c’è un + 24,6%) hanno guardato su Internet i programmi tv in onda in contemporanea sulla tv lineare e 4,2 milioni lo hanno fatto utilizzando lo smartphone (+6,3%). Due milioni e 700.000 la seguono dal pc, con una crescita del 41,1% nell’ultimo anno; e un milione e 200.000 italiani vedono i contenuti tv sul tablet.

Palinsesto fai da te

A coloro che seguono sul web i programmi della televisione lineare si aggiungono anche quanti usano tutti gli schermi disponibili per connettersi ad internet e costruire il proprio palinsesto fatto di contenuti on demand.
Ben 3,5 milioni di italiani, poi, scaricano film dalla rete (+33,3% nell’ultimo anno) e oltre 13 milioni guardano sulle piattaforme televisive on demand contenuti non lineari (+38,2% nel periodo considerato).
Senza contare che 24 milioni di italiani utilizzano le diverse piattaforme disponibili su internet, per lo più a pagamento (+48,4%), con una forte crescita del numero di coloro che li guardano di frequente: sono 16 milioni e 600.000 e sono aumentati dell’86,0% in un anno.

Ricerca e presentazione

Il Rapporto si fonda sulla Ricerca di base Auditel: 7 cicli di indagini (wave), fino a luglio 2021, su un campione rappresentativo delle famiglie e degli individui che vivono in Italia, per un totale di circa 20.000 interviste annuali.
All’evento hanno partecipato Andrea Imperiali, presidente Auditel; Giuseppe De Rita, presidente Censis; Anna Ascani, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico; Alberto Barachini, presidente della Commissione di Vigilanza Rai; Riccardo Nencini, presidente Commissione Istruzione Pubblica, beni culturali del Senato; Mauro Coltorti, presidente Commissione Lavori Pubblici, comunicazioni del Senato; Giacomo Lasorella, presidente Agcom; Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat; Anna Italia, ricercatrice Censis.