Agcom, Lasorella: da autorithy indirizzi per nuove linee guida Rai

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Con il Covid la transizione digitale ha avuto una “eccezionale accelerazione”. Ma questo “non è sufficiente per determinarne il buon esito”. E’ la riflessione del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella alla presentazione del Rapporto Auditel-Censis.

Il regolatore e il legislatore “sono chiamati ad azioni decisi e mirate che devono avere la collaborazione dei soggetti della società degli informazioni”, ha spiegato il presidente dell’authority, secondo cui il quadro per il superamento del digital divide “è ancora in chiaroscuro anche se c’è da ben sperare”.

Reti e schermi per “accedere alla modernità”

Due requisiti fondamentali “per accedere alla modernità sono rappresentati da una disponibilità di schermi adeguata e da una connessione internet veloce e efficiente. L’ormai prossimo switch off che sta partendo per la prima fase e il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione richiedono ai cittadini dei device adeguati, secondo un processo che deve essere attentamente monitorato dalle autorità pubbliche”.

Quanto alla rete, nonostante i grandi sforzi che si stanno facendo, “c’è ancora un tema di carenza infrastrutturale. Il passaggio chiave è lo sviluppo della banda larga e della rete 5g, anche per ridurre il gap tecnologico a livello territoriale e per categorie di persone, alcune delle quali sono ancora escluse dall’accesso alla quotidianità digitale”.

Stando ai dati Agcom, “solo il 69,7% delle famiglia vive in zone dove è possibile accedere alla banda larga e stando ai dati Auditel solo il 59,8% delle famiglie dispone del collegamento a banda larga su rete fissa”, ha sottolineato.
Ma ci sono una serie di iniziative in campo, come i fondi dal Pnrr. Inoltre “l’Autorità sta valutando un’offerta di coinvestimento avanzata da uno degli operatori che dovrebbe mirare anche a un incremento della realizzazione della rete; il governo ha anche posto in consultazione il piano 5g rispetto al quale l’Autorità dovrà definire il piano regolatorio”.

La rete deve essere accessibile “anche per i livelli qualitativi al passo con il progresso tecnologico. Anche su questo l’Autorità sta cercando di svolgere un’attività di vigilanza e enforcement”, ha rimarcato Lasorella.

Lasorella: superare frammentazione in rilevazioni

Come il presidente Barachini, anche Lasorella ha detto la sua in tema rilevazione degli indici di ascolto. “Oggi ci sono sfide nuove. La moltiplicazione dei fornitori di contenuti audiovisivi e dei veicoli di diffusione degli stessi, con il conseguente ampliamento dell’audience, pone il tema della verifica della trasparenza rispetto alle metodologie utilizzate dalla produzione alla certificazione dei dati, che devono essere chiare, affidabili e confrontabili”.

Serve “avviare un percorso che conduca al superamento della frammentazione nel sistema di misurazione e a una convergenza delle metriche in una logica ‘cross piattaforme’, ‘cross device’ e crossmediale”, ha aggiunto.
“Occorre poi garantire l’indipendenza e la trasparenza della certificazione dei dati per assicurare l’affidabilità degli stessi e renderli elementi informativi utilizzabili dal mercato”.

Il nuovo Tusmar

Rispetto al sistema media-audiovisivo in mutazione, “il nuovo Tusmar affronterà ulteriormente aspetti come il funzionamento dei servizi media audiovisivi, il gioco concorrenziale tra i diversi fornitori di servizi; la garanzia del pluralismo informativo e della correttezza delle informazioni; la vigilanza sui contenuti anche ai fini della protezione di categorie di soggetti deboli, come i minori, e la tutela della libertà d’espressione degli individui”.
Il nuovo testo Tusmar “estende per molti aspetti la regolazione anche ai fornitori di servizi video o demand e alle piattaforme di condivisione di video”.

Da Agcom indirizzi per nuove linee guida Rai

Inoltre “la rinnovata centralità della televisione nella quotidianità degli italiani”, attestata dal rapporto Auditel-Censis, “pone anche una sfida nel ripensare il ruolo del Servizio pubblico”.
“L’Autorità coglierà l’occasione della stesura delle nuove linee guida del contratto di Servizio pubblico Rai-Mise, per fornire indirizzi nella direzione di adeguare ulteriormente l’offerta dei contenuti Rai al mutato contesto economico e sociale e della modalità di consumo”.

“La logica dovrebbe essere coniugare la capacità della Rai di competere sul mercato con i tradizionali compiti di servizio pubblico universali che devono mirare anche a colmare e recuperare quei soggetti che sono ancora fuori da questa trasformazione”.