“Questa edizione è stata un’esplosione di eventi, di panel, di incontri, di proiezioni. Un anno straordinario per la grandissima partecipazione a tutti i livelli. È stato come se l’ecosistema del cinema e dell’audiovisivo avesse trovato il luogo giusto”. Questo il commento a caldo di Lucia Milazzotto al termine dell’edizione 2021. “Straordinaria anche la presenza internazionale, quasi imprevedibile, che ci ha lasciato sbalorditi sia nella quantità sia nella qualità dei player. Se penso a quanti americani sono venuti, è evidente che c’è un grande interesse per l’Europa e l’Italia”.
In conclusione: “Il MIA si è guadagnato un ruolo significativo fra i player, diventando una buona alternativa al Mip, che invece come modello di mercato comincia ad avere problemi. Questo è un risultato che non avevamo immaginato neanche nei nostri sogni più ambiziosi”.

Il MIA 2021 è l’ultima stagione della Milazzotto, che lo dirige dall’anno zero e ha già lasciato l’incarico per passare a Cinecittà come direttore commerciale e marketing degli studi. Un ruolo strategico per la valorizzazione dell’asset dei teatri e per farli tornare competitivi in Europa. “Sono entusiasta della nuova sfida a Cinecittà ma lascio una creatura che, partita da zero, oggi è essenziale per il mercato nazionale ed è diventata un evento internazionale che non potrà che consolidarsi. Questo è il risultato anche del lavoro di una squadra rodata e dotata di grande knowhow, che lavora a un progetto in continua evoluzione. Perché il MIA partecipa ai cambiamenti del mercato come un player a tutti gli effetti, non una semplice scatola da riempire di cose”.

Nicola Maccanico, ad di Cinecittà spa, ha preso parte al panel organizzato da UniCredit ‘Looking forward: quale futuro per l’industria cinematografica?’. E si è soffermato sul futuro di Cinecittà, che può contare su 300 milioni del Pnrr. “Cinecittà è un’infrastruttura rilevante, un hub di riferimento. Il mercato degli studi è in Uk e poi nell’Est europeo, dove però non c’è struttura produttiva rilevante. Il nostro governo sul tema della cultura e dell’audiovisivo è stato coerente grazie al ministro Franceschini. Dunque lavoriamo a studi più grandi e moderni, tecnologicamente avanzati, con la virtual reality a costi competitivi, ecosostenibili e a impatto zero, perché questa è una sfida importante dal punto di vista sia morale sia del business. Vogliamo dare all’industria creativa italiana un luogo fisico, non solo simbolico, che sarà un settore trainante per i prossimi anni”