UN APPELLO DA LEONE

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Giancarlo Leone, presidente di Apa, ha presentato al MIA il 3° Rapporto sulla produzione audiovisiva nazionale, ricerca che tasta il polso all’industria di cinema, fiction, intrattenimento, documentario e animazione, con dati e slide a sottolineare le tendenze in corso. Uno strumento utile per gli addetti ai lavori e una base di discussione per il Regolatore.

Giancarlo Leone

Leone innanzitutto si è rivolto a Netflix, Amazon e Disney & co: “È il momento di sederci di nuovo intorno a un tavolo per stringere quel patto, che non siamo mai riusciti a scrivere, su regole d’ingaggio che siano eque per quanto riguarda la valorizzazione dei diritti e la loro limitazione temporale. Più che le quote di investimento, riteniamo importanti le regole d’ingaggio e siamo certi che sia interesse comune, delle piattaforme come dei produttori, trovare un accordo maggiormente compatibile con le esigenze degli uni e degli altri”.

Daniele Cesarano, Eleonora Andreatta, Giancarlo Leone, Maria Pia Ammirati

Da qui un invito: “Vediamoci presto”, ha suggerito Leone, “e proviamo a trovare un’intesa su alcuni punti di convergenza, soprattutto se questa ci può portare a investire più e meglio, con maggiore soddisfazione reciproca”.“Il mondo del cinema in questi anni ha avuto una profonda evoluzione, al netto della pandemia”, ha proseguito Leone. “In Italia il governo ha lavorato in modo importante per creare le condizioni di questo successo. Il ministro della Cultura ha dato un grande contributo, lavorando ad esempio sul tax credit, e questo è stato fondamentale per andare avanti nonostante la pandemia. Mancava però una reale politica con strategia di sostegno da parte delle istituzioni verso una presenza sempre più forte e internazionale del nostro prodotto. Il fatto che ci siano direzioni generali nel nuovo assetto, che si occupino della promozione integrata e della diplomazia pubblica e generale, è una notizia straordinaria perché consente per la prima volta di fare veramente sistema tra l’istituzione e le realtà culturali, produttive e associative come Anica e Apa. Senza il ministero degli Affari esteri e senza l’Ice il MIA non esisterebbe”.