MADE IN ITALY

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Naturalmente al MIA tutti gli italiani di peso hanno partecipato, iscritti a diversi panel e pronti a confrontarsi con il mercato: da Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, a Tinny Andreatta, responsabile delle serie italiane di Netflix; da Daniele Cesarano, head of drama per Rti – Gruppo Mediaset, a Luca Milano, direttore Rai Ragazzi; da Duilio Giammaria, direttore Rai Documentari, a Stefano Ciullo, direttore relazioni istituzionali di Netflix, ad Antonella D’Errico, executive vice president programming di Sky.

Antonella D’Errico, executive vice president programming Sky, e Maria Pia Ammirati, direttrice Rai Fiction

Sara Furio, responsabile film italiani di Netflix, ha segnato la strada: “I produttori vorrebbero sapere che cosa cerchiamo, la risposta è: storie. Non grandi o piccoli film, perché la grandezza la decide il tipo di storia. Produciamo commedie romantiche, biopic, generi diversi, ma partiamo sempre dal chiederci chi è il pubblico di riferimento”.

Riccardo Tozzi di Cattleya ha moderato il panel ‘A film is a film is a film’, in cui ha sottolineato le differenze fra film e serie. Che però hanno “un fattore in comune: il pubblico, coessenziale alla narrazione. Oggi gli operatori si trovano di fronte alla sfida della rivoluzione digitale, delle piattaforme e della ripartenza. Per questo cerchiamo di capire cos’è un film e come si comporta il pubblico di fronte al prodotto”.

Stefano Massenzi, Thomas Bertacche, Matteo Rovere, Nicola-Maccanico, Riccardo Tozzi, Marta Donzelli, Lorenzo Mieli, Michele Casula

Fra i produttori blasonati, anche Andrea Occhipinti di Lucky Red e Carlo Degli Esposti della Palomar. Lorenzo Mieli di The Apartmentsi è rivolto alle piattaforme: “È un problema non conoscere i numeri che facciamo sulle piattaforme: abbiamo solo delle tendenze. Mentre per il cinema c’è il box office e per la tv generalista c’è l’audience, queste super potenze, pur coraggiose per come sono entrate nel mercato, non divulgano i risultati. Mi stupisce che nessuno, né autori né produttori, abbia fatto una battaglia per questo. Le loro statistiche corrispondono ai click, cioè ai primi due minuti di visione. Dunque non sappiamo che pubblico c’è e cosa fa sulle piattaforme, la nostra è una scommessa al buio”.

Matteo Rovere di Groenlandia: “Il rapporto tra la sala e il pubblico sta evolvendo. È in crisi invece il modello finanziario. Stiamo sviluppando film più sperimentali e ambiziosi con Sky o Netflix. Noi, per esempio, abbiamo fatto ‘L’incredibile storia dell’Isola delle Rose’. Concepire un film italiano esportabile era più complesso 15 anni fa”.

Presenti anche Marta Donzelli della Vivo film; Riccardo Mastropietro di Pesci Combattenti; Gloria Giorgianni di Anele.