I manager italiani non amano Wikipedia: 4 su 10 non hanno una pagina

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La presenza degli executive italiani resta ancora limitata sull’enciclopedia online. Ma presidiare il canale è “un aspetto fondamentale dell’identità digitale”

Tra Wikipedia e i top manager italiani l’amore non è ancora sbocciato. Lo racconta l’approfondimento mensile che Reputation Manager dedica alle modalità che gli executive utilizzano per comunicare sui social.

Solo 6 manager su 10 sono su Wikipedia

La piattaforma rappresenta spesso il primo punto di atterraggio degli utenti che cercano informazioni su un soggetto. Degli oltre 150 profili del paniere dell’osservatorio, il 58% dei manager ha una pagina personale su Wikipedia, dato in linea con quanto rilevato due anni fa. Sintomo che, spiega l’analisi, pochi dei manager allora assenti sono riusciti a generare un interesse tale nella community di curatori dell’enciclopedia online tanto da far creare una pagina a loro dedicata.
Sulla piattaforma, infatti, non è possibile creare pagine in autonomia: la gestione è affidata a una community di autori e curatori sparsa nel mondo. Le regole sul conflitto di interessi sono diventate poi più stringenti: gli utenti che hanno un interesse per un contenuto non possono modificarlo direttamente.

Tuttavia, essendo spesso il primo “biglietto da visita” di un manager, il presidio di questo canale appare fondamentale per l’immagine online di un executive. Anche perchè, dai numeri di Reputation risulta che un profilo su quattro presenta negatività per questioni giudiziarie.

Le caratteristiche delle pagine

Le pagine sui ceo hanno caratteristiche ricorrenti: dalla foto, alla presenza di cenni su cv e vita privata, ma anche l’elenco di premi e pubblicazioni o il coinvolgimento in vicende giudiziarie.
Nel dettaglio, la totalità di quanti sono su Wikipedia ha una sezione su biografia e carriera, mentre solo il 78% delle pagine personali presenta una foto. Nel 65% dei casi vengono menzionati premi e onorificenze, nel 32% si fa riferimento alla vita privata e nel 31% ai suoi altri incarichi.
Uno su quattro ha una sezione, spesso negativa, che menziona controversie o procedimenti giudiziari passati/in corso, mentre solo il 17% di loro può vantare pubblicazioni.

Barchiesi: aspetto fondamentale dell’identità digitale

“Quattro su dieci ancora non sono presenti sull’enciclopedia libera: non essendo un canale attivo che essi possono aprire e gestire in autonomia, il dato si spiega con il poco interesse generato online o tramite la mancanza di fonti e informazioni riguardanti il loro operato che possono essere rintracciate in Rete”, commenta Andrea Barchiesi, fondatore e ceo di Reputation Manager.
“È un tema su cui lavorare molto: la presenza su wiki è un aspetto fondamentale dell’identità digitale di un soggetto, soprattutto se ricopre ruoli apicali in importanti società. La sola assenza da Wikipedia incide negativamente sulla percezione degli utenti”.

Gli altri spunti nel report

  • Lo stile di comunicazione social più diffuso è quello del Brand Ambassador: un manager su tre lega la sua attività sui social all’azienda
  • Tra i top manager più seguiti su LinkedIn spiccano i rappresentanti del mondo Automotive e Energy: Stephan Winkelmann di Lamborghini è primo con 105 mila follower seguito da Luca De Meo di Renault (70 mila) e Marco Alverà di Snam (61 mila)
  • Su Twitter Aurelio De Laurentiis si conferma il più seguito (677 mila) davanti a Andrea Agnelli (163 mila) e Lapo Elkann (124 mila).
  • Elisabetta Franchi si conferma al vertice della classifica dei più seguiti su Instagram con 2,6 milioni di follower. Steven Zhang (94 mila), Brunello Cucinelli (12 mila) e Renzo Rosso (4,2 mila) tra i profili che generano più reazioni
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