Aids, 12 scatti galleggianti sul Naviglio per raccontare la lotta al virus

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Un’installazione sui barconi del Naviglio per raccontare la lotta all’Aids. E’ l’iniziativa promossa da Anlaids Lombardia per il primo dicembre, giornata dedicata alla prevenzione sull’Hiv.
La mostra galleggiante – di 40 ore, quanti gli anni dalla comparsa del virus nel mondo – si intitola ‘Se ami la libertà, proteggila’ e si compone di 12 scatti del fotografo Roberto Saletti: due immagini big size visibili dalla terra ferma, e in mezzo le altre foto che ruotano senza sosta su un grande ledwall.

L’esposizione (McCANN Health ha curato creatività e l’organizzazione) è parte della Campagna PrPEPARATI sostenuta da VIATRIS e CONTROL ed è stata presentata alla presenza del Prof. Andrea Gori, Presidente di Anlaids Lombardia e Direttore Unità Operativa Malattie Infettive Policlinico, del fotografo Roberto Saletti, del Dott. Fabio Torriglia, Country Manager Viatris Italia, del Dott. Maurizio Bossi, Business Unit Director Control e di Tiago Vesentini, Rappresentante della Gioventù Croce Rossa Italiana.

La presentazione della mostra ‘Se ami la libertà, proteggila’

Nel solo 2019, in Italia, più di 2500 persone hanno ricevuto una diagnosi di infezione da HIV, principalmente causata da rapporti sessuali non protetti. Grazie ai progressi della medicina, è possibile prevenire e curare il virus, ma non si deve mai abbassare la guardia. E in questo informazione e prevenzione giocano un ruolo fondamentale.

Per questo, lungo il percorso sui Navigli, per arrivare alla mostra galleggiante al civico 66 dell’Alzaia Naviglio Grande, Anlaids ha posizionato diversi totem informativi che illustrano i momenti significativi e i traguardi raggiunti dalla medicina nei 40 anni di storia dell’Aids, dall’arrivo del virus nel 1981 all’iconico bacio del professor Fernando Aiuti a Rosaria Iardino, dalla scoperta dei primi farmaci antiretrovirali agli ottimi risultati delle cure.

Cosa dicono i numeri in Iitalia

In base agli ultimi dati resi disponibili dall’ISS i numeri delle nuove diagnosi da HIV relativi al 2020 hanno risentito dell’emergenza COVID-19. In Italia nel 2020 sono state circa 1.300 le nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a 2,2 nuovi casi per 100.000 residenti. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2020 sono maschi nel 79,9% dei casi, con un’età media di 40 anni sia per gli uomini che per le donne.

L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (5,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 30-39 anni (5,2 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi è circa 4 volte superiore a quelle delle femmine. Nel 2020, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV è stata causata da rapporti sessuali non protetti da preservativo, che hanno costituito l’88,1% di tutte le segnalazioni. Diversamente dagli anni precedenti, in cui erano prevalenti le diagnosi associate a trasmissione eterosessuale, nel 2020, la quota di nuove diagnosi HIV attribuibili a maschi che fanno sesso con maschi (45,7%) è maggiore a quella ascrivibile a rapporti eterosessuali (42,4%). I casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono costituiti per il 59,4% da maschi e per il 40,6% da femmine.