A poche ore dal primo via libera al testo del Digital service act (Dsa), gli editori contestano la normativa. E’ la posizione assunta dalle associazioni europee del settore attraverso una nota congiunta.
“Il settore della stampa europeo è favorevole a una nuova regolamentazione asimmetrica di Internet, ma le nostre associazioni non possono sostenere una relazione con rischi così evidenti per la libertà e il pluralismo dei media”, scrivono le associazioni europee degli editori di periodici (Emma) e di giornali (Enpa), del Consiglio europeo degli editori (Epc) e di News Media Europe (Nme), in relazione al testo del Dsa.
Modifiche Dsa in vista del voto di gennaio sul Dsa
Il settore della stampa chiede alla plenaria dell’Eurocamera, che dovrà votare la posizione finale nella sessione di gennaio, di “presentare emendamenti per la protezione dei contenuti editoriali e gli introiti pubblicitari online, o altrimenti di respingere la relazione”.
In particolare, gli editori europei chiedono che la relazione venga modificata sulla base delle “soluzioni concrete delle commissioni per gli affari giuridici, l’industria e la cultura per mantenere i contenuti di stampa leciti, vincolanti per tutti gli intermediari (articolo 12) o per le piattaforme online di grandi dimensioni (articolo 27)”.
“La protezione dei dati e la pubblicità basata sui dati, inoltre, dovrebbero essere lasciati al Gdpr e al prossimo regolamento ePrivacy. Qualsiasi ulteriore restrizione al consenso e all’uso dei dati che vada oltre il Gdpr sarebbe inaccettabile”, sottolineano le associazioni.
“Qualora questi aspetti non dovessero essere affrontati in plenaria, invitiamo il Parlamento europeo a riconsiderare la relazione in commissione fino a quando non si troverà un compromesso appropriato e ragionevole”, sottolineano gli editori nella nota.