Perche’ Conte insiste per un Presidente al femminile
Sarebbe una settantatreenne dall’aspetto giovanile col caschetto biondo, gli occhiali e il volto aperto e sorridente la candidata “in pectore” al Quirinale di Giuseppe Conte, che continua a ripetere che e’ giunto il tempo di eleggere una donna al Quirinale, per il quale si comincerà a votare alle 15 di lunedì 24 gennaio. Si chiama Silvana Sciarra, docente emerita di diritto del lavoro, e’ stata allieva dell’ex ministro Gino Giugni, e soprattutto e’ giudice costituzionale. E’ sconosciuta ai più, anche se ha rilasciato diverse interviste anche tv, ma ha gia’ raccolto almeno due primati: e’ stata la prima donna ad essere eletta giudice costituzionale dal Parlamento (le altre quattro, Cartabia compresa, sono state nominate dal Capo dello Stato) e sul suo nome, come ha ricordato il quotidiano Il Foglio, si e’ verificata nel 2014 la prima convergenza tra M5S, Pd e una parte di Forza Italia. Purtroppo, la sua scarsissima notorietà pubblica e la sua scarsa (o nulla) esperienza politica, renderebbero complicata la sua candidatura.
Ma Conte e i suoi vice insistono su un Presidente donna, persino pescata nel centrodestra (pare che Conte abbia sondato al telefono la Moratti), il che ha indispettito molti parlamentari grillini (ieri sera la maggioranza dei senatori ha rilanciato il bis di Mattarella), per non parlare del Pd, allarmato dall’iniziativa solitaria dell'”avvocato del popolo” che aveva stretto con Letta un patto di consultazione subito infranto. L’ insistenza di Conte si spiega con la volontà di sbarrare la strada a Berlusconi, con l’idea innovativa di una donna, anche per cercare di intestarsi un ruolo di Kingmaker, visto che il M5S e’ pur sempre il primo gruppo tra i grandi elettori. E l’appello lanciato dalla scrittrice Dacia Maraini per un Quirinale al femminile, raccolto da diverse intellettuali e donne di spettacolo, piu’ le 2 mila firme di donne imprenditrici dell’Aidda sono una prima risposta. Tuttavia le candidate di cui si e’ parlato, non sembrano in grado di raccogliere una maggioranza sufficiente: la presidente del Senato Casellati e la vicepresidente della Lombardia Moratti difficilmente sarebbero votate dal Pd, mentre l’ex ministra Severino difficilmente sarebbe accettata dal centrodestra, visto che Berlusconi e’ decaduto dal Senato dopo la condanna per la legge che porta il suo nome. Resterebbe la Cartabia, che e’ anch’essa tecnica e per di piu’ indigesta proprio ai grillini, visto che la sua legge ha affossato la norma anti prescrizione del ministro M5S Bonafede. Quanto al centrosinistra, ne’ la Finocchiaro ne’ la Bindi sembrano in grado di far breccia nel centrodestra. Nel 2013 era emerso dai social a furor di popolo il nome di Emma Bonino (73 anni), leader di Piu’ Europa, che secondo i sondaggi sarebbe ancora gradita all’8% dei cittadini, ma e’ stata lei stessa a declinare, pur sostenendo una candidatura femminile:”Il mio tempo – ha detto – era 10 anni fa, non ora”. Era stata anche lanciata la candidatura della senatrice a vita Liliana Segre, ma (eta’ a parte, 91 anni), anche lei si e’ detta indisponibile: “La carica di Presidente richiede grande sapienza costituzionale e politica. E io ne sono priva, non avendo mai fatto politica attiva”. Peccato non sia piu’ in voga – la Costituzione non lo consente – il costume medievale di nominare Podestà l’esponente di un altro Comune, anche per sedare le fazioni interne: la Firenze di Dante ebbe per esempio Podesta’ provenienti da Padova, Ravenna, Treviso e Gubbio, che erano altri Stati. Una candidata di centrodestra di grande esperienza, che ama molto l’Italia, sarebbe gradita a Conte e metterebbe probabilmente d’accordo destra e sinistra, ci sarebbe, ed e’ anche disoccupata: Angela Merkel.