L’avvocato Stephen Lloyd, che rappresenta il Ministro dell’Immigrazione Alex Hawke e il Governo australiano nell’udienza per impugnazione caso Djokovic, ha affermato che “il ministro è disposto a impegnarsi a non cercare di far espellere Djokovic fino a quando non sarà presa una decisione definitiva in tribunale”.
Novak Djokovic “non si trova in stato di detenzione”, è quanto chiariscono i legali del tennista serbo dopo l’annullamento del visto da parte del ministro dell’Immigrazione australiano. Il team di legali del tennista serbo fanno sapere – ripreso da Adnkronos – anche che il n.1 del mondo non è stato riportato in detenzione e presenterà le domande finali per l’appello entro mezzogiorno di domani con richiesta di udienza entro domenica.
Viene definita “palesemente irrazionale” la condotta che ha portato il ministro dell’Immigrazione australiano, Alex Hawke ad annullare il visto a Novak Djokovic i legali del tennista serbo. Secondo il legale Nick Wood il ministro considera il potenziale di “forte sentimento anti-vax” se a Djokovic sarà permesso di rimanere in Australia ma senza considerare gli effetti se fosse costretto a lasciare il paese.
Stato di fermo
Il governo australiano ha chiesto che il tennista sia messo in stato di fermo da sabato mattina. Djokovic sarà posto in detenzione e potrà partecipare alle udienze giudiziarie che lo riguardano, con i suoi avvocati, con i funzionari della Border Force schierati.
Condizione che ha spinto i legali del campione a esprimere preoccupazione “per il circo mediatico” che si scatenerà.
Il giudice Anthony Kelly, lo stesso che aveva bloccato a suo tempo il primo tentativo di espulsione, ha deciso infine di deferire il caso al Tribunale federale. Il giudice ha ordinato ai funzionari di frontiera di non espellere il tennista fino all’esito della battaglia legale in corso.