Mattia Feltri racconta a Prima Comunicazione come cambia HuffPost dopo la svolta pay
La possibilità di rendere accessibile gran parte dei contenuti dell’HuffPost solo in abbonamento è stata per Gedi la condizione indispensabile per rilevare, lo scorso giugno, il 49% delle quote ancora in mano all’americano BuzzFed.
Così dal 19 gennaio, il quotidiano online diretto da Mattia Feltri si presenta ai suoi lettori con una nuova veste grafica e una profonda riorganizzazione dei contenuti. La consultazione free sarà limitata alle notizie di stretta attualità e a un certo numero di blog; mentre i pezzi di approfondimento e di analisi, altri blog, i canali tematici, i video e i podcast, le newsletter saranno accessibili in abbonamento: 49,99 euro per un anno, 69,99 per due.
“A quasi dieci anni dalla nascita è arrivato il momento di misurarci con il mercato delle news, convinti che la buona informazione vada pagata senza distinzione tra carta e online”, spiega Feltri.
“L’impostazione editoriale non cambia, continueremo a essere l’unico quotidiano italiano che unisce la tradizione dell’informazione su carta alla multimedialità di Internet e un luogo di libero confronto su tutti i temi con un ventaglio ancora più ampio di opinioni e di approfondimenti”.
I blog
Da sempre i blog sono la caratteristica e uno dei punti di forza di HuffPost. Chi li scrive finora non era retribuito né tenuto a una periodicità fissa, da adesso in poi ha la possibilità di scegliere se continuare così o entrare nella squadra in modo continuativo con un contratto di collaborazione. Lo hanno fatto, ad esempio, i giornalisti Gianni Riotta, Giancarlo Loquenzi, Fabio Martini, Paolo Griseri; lo storico e politologo Giovanni Orsina, l’analista economico Fabrizio Pagani, la politologa Sofia Ventura. Firme a cui ora si aggiunge il ‘filosofo di Internet’ Luciano Floridi.
E passa in abbonamento anche il blog di Pierluigi Battista, che era già collaboratore della testata.

Le novità grafiche
Quello che cambia molto è invece la grafica. “Non tanto la formula, perché ritengo che quella adottata nell’ottobre 2020 sia giusta”, precisa Feltri. “Però riduciamo parecchio le foto, senza più l’obbligo di pubblicarne una per ogni pezzo. E scompaiono le categorie che incasellavano le notizie: per alcune è talmente evidente che non ha senso
metterle, per altre indicare una categoria è fuorviante. A guidare la lettura con l’impatto visivo adatto all’informazione online saranno un uso differenzito dei font e una serie di segni grafici”.
Podcast, video e canali verticali
Molto più ricca sarà l’offerta di podcast e video. Dalla piattaforma di Gedi, dove confluiscono i podcast e i video prodotti da tutte le testate del gruppo, l’HuffPost prenderà quelli che ritiene più interesanti per il suo pubblico. E in programma c’è un ampliamento dei canali verticali.
“L’esperienza dell’ultimo nato, Fintech, è molto positiva sia per il seguito e la fedeltà degli utenti sia per la raccolta
pubblicitaria. E indica che è la strada giusta da seguire. Arriveranno nuovi canali verticali, intanto abbiamo già deciso che quest’anno Terra evolverà con un focus sulla finanza green”.
Con una redazione di 15 persone l’HuffPost non ha costi fissi elevati e l’obiettivo, anche se non ufficialmente dichiarato, è di arrivare per quest’anno a circa 5mila abbonamenti per un quotidiano online che ha 4 milioni di utenti unici al mese. A supportare la scelta del paywall c’è poi il buon andamento pubblicitario: “Nel 2021 la crescita del fatturato pubblicitario è stata superiore al 20%, con risultati particolarmente buoni negli ultimi quattro mesi dell’anno a cui ha contribuito anche il lancio di Fintech. E in gennaio la raccolta sulla nuova versione dell’HuffPost è stata importante”, dice Raimondo Zanaboni, presidente della concessionaria Manzoni.