Taccuino Quirinale – il plenum è completo: maggioranza relativa al centrosinistra

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Ma solo 11 Grandi elettori in più: 463 a 452. Determinanti i 94 senza casa (…e dove si colloca Renzi…)

Nel giorno in cui il plenum di 1009 Grandi elettori del nuovo capo dello Stato diventa completo e definitivo, con l’indicazione dei Grandi Elettori da parte di Toscana ed Emilia Romagna e il debutto ufficiale alla Camera di Cecilia D’Elia nella titolarità del seggio romano della Camera, rimasto vacante dopo il trasloco in Campidoglio di Roberto Gualtieri, gira di mano in mano, anima e scalda parecchio il pre-partita del Quirinale a palazzo Montecitorio e dintorni l’analisi del prof. Roberto D’Alimonte, pubblicata dal Sole 24 Ore, su colorazione ed equilibri interni dell’assemblea che sceglierà il tredicesimo Presidente della Repubblica.  

Lo studio infatti, fuori dal coro e controcorrente, assegna non al centrodestra ma al centrosinistra la maggioranza relativa dei “cardinali”. 463 a 452, con 94 “senza casa”, ovvero senza partito politico strutturato alle spalle che darà loro una indicazione. “Quando Salvini dice che il centrodestra ha la maggioranza relativa – sottolinea D’Alimonte- non si riferisce a questi numeri ma a quelli delle elezioni del 2014 quando la sua coalizione prese alla Camera 262 seggi contro i 226 del Movimento Cinque Stelle e i 116 della coalizione di Renzi”.

I numeri, d’ altra parte, non sono un’opinione. Ora che del plenum si conoscono con certezza anche i nomi e i cognomi di ogni grande elettore, ecco che il conto che D’Alimonte mette nero su bianco è presto fatto e definitivo. Tutto sta  – governo Conte II docet- nella possibilità di collocare nel centrosinistra, senza che gli interessati se ne abbiano a male, tutti i grandi elettori da Cinque Stelle di Conte a Italia Viva di Matteo Renzi. 

“Partendo dai soli grandi elettori parlamentari, infatti, questo blocco di centrosinistra dispone di 438 tra deputati e senatori. In questo blocco – spiega D’Alimonte – abbiamo inserito  gli iscritti a tutti i gruppi parlamentari del centrosinistra : 232 Cinque Stelle, 133 Pd, 44 Italia Viva, 18 Leu, 6 Centro Democratico, 5 PiùEuropa-Azione”.  
Ad essi vanno poi aggiunti 25 grandi elettori di indicazione dalle Regioni con stessa tessera di partito in tasca. 438 parlamentari e 25 delegati regionali significa, al netto di Covid e franchi tiratori, un potenziale plotone di 463 voti per uno stesso candidato ove mai Conte Letta Bersani Renzi Calenda Tabacci e Bonino convergessero su una candidatura unitaria.

Di contro “i Grandi elettori iscritti a gruppi parlamentari di centrodestra – mette a verbale D’Alimonte – sono 419: 197 della Lega, 129 di Forza Italia, 58 Fdi,  30 di Coraggio Italia, 5 di Noi con l’Italia. I grandi elettori delegati regionali appartenenti a questi stessi partiti  regionali sono 33: più numerosi di quelli di centrosinistra, ma non abbastanza da strappargli il primato relativo. Ma non al punto da sorpassare complessivamente il centrosinistra: 452 (contro 463 contrari) è la cifra dei grandi elettori che, sulla carta, sono impegnati dal documento del vertice del centrodestra di Villa Grande a votare Berlusconi, se il leader di Forza Italia dovesse decidere di formalizzare anziché rinunciare alla candidatura al Colle.

Ovviamente le varianti Covid e franchi tiratori hanno valore e interferiscono in entrambi i campi. Sul conteggio formale del colore delle truppe allo start di partenza, però, non rilevano. E statisticamente, ad ogni buon conto, non potendo essere preventivate con certezza si definiscono equivalenti  neutralizzandosi. Tutt’altro discorso (e caccia aperta in assenza di larga intesa centrodestra-centrosinistra) invece per quanto concerne i 94 grandi elettori “senza casa” che del loro voto non sono chiamati a rispondere ad alcun partito.

“E’ qui – sottolinea l’analisi di D’Alimonte- che Berlusconi deve pescare i 53 voti che gli mancano: 53 su 94 significa più del 50%. Una bella sfida che diventa ancora più impervia una volta che si va a vedere chi sono questi 94 grandi elettori potenzialmente decisivi”. Decisivi di sicuro per Berlusconi. Ma anche per qualsivoglia altro nome che non esca da un’intesa fra centrodestra e centrosinistra (o quanto meno  un pezzo di esso, a partire da Italia Viva di Matteo Renzi).  
“In questo gruppo- annota D’Alimonte-  c’e` di tutto e di più”.  
Nel dettaglio: 27 senatori (fra i quali quasi tutti quelli a vita) e 23 deputati senza appartenenza, 16 deputati ex Cinque Stelle di Alternativa, 8 deputati e  un senatore del Maie, 8 senatori Per le Autonomie (fra i quali l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il candidabile Pier Ferdinando Casini), 4 deputati delle Minoranze linguistiche, 3 senatori di Italexit guidati da Gianluigi Paragone, 1 senatore di Italia dei Valori, 1 senatore di Potere al Popolo, 1 senatore del Maie, 1 senatore del Partito Comunista. Ecco dunque le squadre ai nastri di partenza ora allineate con le loro bandiere. A Montecitorio l’insalatiera per raccogliere le schede e i catafalchi no Covid per votare sono pronti. 

Lunedì 24 Gennaio ore 15 è in programma lo start. Si parte. Che vinca il migliore.