Iniziata alle 14,30, è andata avanti fino a tarda sera la riunione di ieri pomeriggio durante la quale i consiglieri di Generali ha messo a punto una prima rosa di nomi di 25 candidati per il nuovo Cda, da presentare all’assemblea dei soci del 29 aprile. Una sorta di ‘long list’ , da cui entro marzo uscirà la lista definitiva del Cda.
Al termine della riunione è stato diffuso un comunicato di Generale nel quale si afferma che, il Cda “ha preso atto delle dimissioni dei consiglieri Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin” , e “a maggioranza, ha respinto categoricamente le motivazioni addotte nelle comunicazioni di dimissioni, rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo”.
Non ha lasciato il Cda, ma ha dato le dimissioni dal comitato nomine, Sabrina Pucci, consigliere indipendente ma considerata vicina a Fondazione Crt. Pucci, quindi, esce anche dal comitato nomine ‘ad hoc’, composto solo da indipendenti e senza rappresentanti degli azionisti, previsto dalla procedura per le candidature della lista del Cda. Una mossa considerata come una presa di distanza dalla linea seguita dal board.
Insieme a Caltagirone e a Leonardo Del Vecchio (azionista di Generali attraverso Delfin, di cui è ad Bardin) e a Fondazione Crt hanno sottoscritto un patto parasociale con l’obiettivo di dare una discontinuità alla gestione di Generali. Insieme, possono contare su un pacchetto di oltre il 16% di azioni. Ma liberi dagli obblighi di comunicazione dopo l’uscita dal Cda, di Caltagirone e di Bardin i pattisti puntano a farlo crescere fino al 19,9%. Si prevede che Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt presenteranno entro febbraio una lista e un piano industriale alternativi con i quali presentarsi in assemblea per cercare di portare dalla loro parte quel 35% di azioni di Generali in mano agli investitori istituzionali.