E’ morto Sergio Lepri, 102 anni, storico direttore dell’Ansa, che ha guidato per quasi 30 anni.
Nato a Firenze il 24 settembre 1919, dopo l’ingresso nella Resistenza con l’adesione al Partito d’azione e poi al Partito liberale, Lepri, laureato in filosofia nel 1940, aveva iniziato la sua avventura nel giornalismo dirigendo a Firenze, fra il 1943 e il 1944, ‘L’opinione’, il giornale clandestino del Partito liberale.
Giornalismo, inegnamento e innovazione
Nel 1945 l’arrivo alla Nazione del Popolo, come redattore del quotidiano, organo del Comitato toscano di liberazione nazionale. Poi il passaggio a redattore capo del fiorentino Giornale del mattino, diretto da Ettore Bernabei, per il quale era stato inviato speciale in Stati Uniti, Unione Sovietica e corrispondente da Parigi.
Nel 1957, Lepri divenne portavoce di Amintore Fanfani e poi capo del Servizio stampa del suo governo.
Assunto dall’Ansa nel settembre del 1960, venne nominato prima nel gennaio 1961 e poi, poco dopo direttore responsabile, ruolo rivestito fino al 1990. All’agenzia ha creato l’archivio digitale delle notizie, il primo in Europa. Un’intuizione che racconta la sua grande attenzione per le nuove tecnologie: “E’ cambiata l’informazione, aveva detto Lepri in occasione dei suoi 100 anni, perchè sono cambiati gli strumenti. Le nuove tecnologie sono state un grande modo per migliorare l’informazione”.
Oltre che giornalista, Lepri ha anche insegnato ‘linguaggio dell’informazione’ alla Scuola superiore di giornalismo della Libera università di studi sociali Guido Carli (la Luiss), dal 1988 al 2004. Ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad impronta didattica per giornalisti, e di storia.
Mattarella: maestro di professionalità e deontologia
“Con Sergio Lepri scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il ricordo dei giornalisti Ansa
“Ogni redattore ha un ricordo particolare che lo lega a lui, sempre disponibile ma insieme granitico nella sua integrità”, scrive Elisabetta Stefanelli nel take Ansa dedicatogli. “La prima cosa che Lepri chiedeva era la difesa del pluralismo e dell’obiettività”, continua delineando la personalità dell’ex direttore attraverso sue frasi.
“Il privilegio di un serio giornalismo è quello di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perchè era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e libertà, come servizio”, raccontava Lepri (Qui un suo video racconto)
La nota del Cdr Ansa
Il cdr e tutta la redazione dell’Ansa piangono la scomparsa dello storico direttore Sergio Lepri. Maestro di giornalismo, Lepri ha forgiato intere generazioni di cronisti dell’agenzia e non solo, esigendo sempre la massima accuratezza e obiettività nella scrittura delle notizie. “Non mi interessa per chi voti, ma non voglio capirlo da quello che scrivi”, soleva dire ai colleghi al momento dell’assunzione. Ha lasciato in tutti, i colleghi da lui assunti e quelli che lo hanno conosciuto in questi ultimi anni durante i quali, nonostante l’età avanzata, non ha mai mancato di essere presente agli eventi dell’agenzia e di mostrare vicinanza nei momenti di difficoltà, il ricordo di una persona di grande umanità, gentilezza, umiltà e vivacità intellettuale. Sempre lucido fino alla fine, è stato un maestro di scrittura, non solo durante gli anni di direzione dell’Ansa dal 1961 al 1990, ma anche da docente di giornalismo e attraverso i suoi libri, improntati al rigore del linguaggio. Il cdr ricorda il suo ruolo di partigiano e difensore della libertà di stampa negli anni del fascismo e di sostenitore della Costituzione per tutta la sua carriera. Il cdr si stringe accanto alla famiglia, ai figli Maria, Paolo e Stefano, nella consapevolezza che il suo ricordo e il suo insegnamento resteranno sempre vivi tra tutti i colleghi dell’agenzia.
I messaggi di Odg, Fnsi e UsigRai
Oltre che dai giornalisti Ansa, messaggi di ricordo e cordoglio sono arrivati dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Fnsi. “Non ha mai smesso di essere giornalista, sempre attento all’evoluzione e alle innovazioni della nostra professione, sempre disponibile ad incontrare i giovani praticanti per trasmettere loro i fondamenti del mestiere”, ha scritto prosegue il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ricordando proprio l’attenzione di Lepri alla formazione dei più giovani. “E’ stato il punto di riferimento per tante generazioni di giornalisti”, ha rimarcato.
Allo spirito di obiettività che animava il suo giornalismo ha guardato la Fnsi, che ha ricordato Lepri come un “giornalista scrupoloso e appassionato, esempio di equilibrio e stile, sempre dalla parte della Costituzione”.
“Partigiano, fu tra i padri di quella libertà di stampa che gli italiani seppero ricostruire sulle macerie lasciate dal fascismo e dalla guerra. Osservatore attento e lucido critico, ha attraversato da protagonista tutte le fasi del giornalismo repubblicano, sempre pronto a dispensare utili consigli e raccontare curiosi aneddoti”.
“Se ne va un pezzo di storia della nostra professione, un maestro per generazioni di cronisti, autore di pagine indelebili di buon giornalismo”, ha chiosato la federazione della stampa.
“Ci lascia i suoi insegnamenti e la sua testimonianza di professionista, convinto che il giornalismo sia una strumento di servizio, di conoscenza, di democrazia e di libertà. Un mestiere che si fonda sull’indipendenza e sul rigore”, ha ricordato l’UsigRai. “I suoi richiami all’attenzione al linguaggio e alle parole hanno anticipato i tempi”.
La politica
A rendergli omaggio anche la politica. “Con Sergio Lepri scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana”, ha affermato, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
“E’ stato uno dei massimi giornalisti italiani, esempio luminoso di un giornalismo retto e rigoroso che non dovrebbe mai passare di moda ma anzi essere viatico per le nuove generazioni di reporter”, le parole dell sindaco di Firenze Dario Nardella.
Poi ancora le parole di due parlamentari, con un trascorso da giornalisti. Antonio Tajani lo ha definito “un innovatore del giornalismo”, mentre Primo Di Nicola lo ha ricordato come”Rigoroso, puntuale nel riferire i fatti importanti della vita del Paese, resta un esempio di quel giornalismo di cui l’Italia ha bisogno”.