Mario Draghi (LaPresse)

Taccuino Qurinale – la situazione evolve. Si va verso Draghi, ma resta macigno Berlusconi

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L’ex premier continua la sua impropria campagna elettorale. E’ convinto di farcela

Il tempo passa, il 24 gennaio si avvicina e il tempo per mettere insieme i voti per l’elezione al Quirinale si fa sempre più stretto, ma Silvio Berlusconi non demorde. Continua per la sua strada, lasciando intendere di credere ancora nell’exploit. Non si spiegherebbe altrimenti una intera pagina presa a pagamento sul Corriere della Sera del 20 gennaio dai seniores di Forza Italia.

La pagina sul Corriere della Sera del 20 gennaio

Foto dell’ex premier da poco sceso in politica, alla sua scrivania con la scritta in sovrimpressione ‘chi è Silvio Berusconi’. A seguire 12 indicazioni sulla sua attività (primo editore d’Italia, presidente del club che ha vinto di più nel calcio mondiale, il presidente del Consiglio che ha governato più a lungo, colui che ha messo fine alla guerra fredda facendo incontrare a Pratica di Mare Bush e Putin e via di questo passo) con la pagina che si chiude con un “e quindi chi come lui?”. Pagina di pubblicità elettorale a tutti gli effetti attraverso la quale l’ex cavaliere si rivolge alla pancia degli italiani, come se dovessero loro eleggerlo al Colle.

Ma non è così. Non solo, l’elezione a presidente della Repubblica in Italia passa attraverso i grandi elettori (parlamentari più delegati regionali) che alla pancia non pensano tanto quanto alle dinamiche politiche che una data elezione possa provocare.

Altro indizio del fatto che Berlusconi sembra ancora credere di poter salire al Quirinale è dato dal rinvio della riunione del centrodestra, prevista per il 20 gennaio, nella quale il leader di Forza Italia avrebbe dovuto sciogliere la riserva dicendo – secondo quanto si aspettavano Matteo Salvini e Giorgia Meloni – di rinunciare non avendo trovato i voti necessari. Liberando così di fatto il campo dalla sua ingombrante presenza e permettendo alla coalizione di avviare alla luce del sole trattative e colloqui con il centrosinistra per identificare il miglior profilo possibile, e condiviso, per il Colle. Nulla di tutto questo per ora.

Silvio Berlusconi (Foto ANSA/ANGELO CARCONI)

Ma se Berlusconi sembra continuare per la sua strada,  convinto ancora di poter essere eletto come ha lasciato intendere Gianni Letta in una conversazione con Ignazio La Russa carpita da Askanews, gli alleati e gli avversari cercano di andare oltre il macigno che blocca la strada. Ed emerge sempre più il nome di Mario Draghi, con il Movimento 5 stelle che forse si è convinto di non avere altre alternative se non portare l’attuale premier al Colle.

L’ex banchiere centrale sta cominciando a muoversi. Ieri ha avuto una serie di incontri – Mattarella, Fico, Cartabia, Messa, Guerini – che al di là delle dichiarazioni formali (quando sono arrivate) indicano probabilmente una accelerazione delle trattative e l’avvicinarsi di una intesa. In questo senso deve essere vista anche la riunione dei grandi elettori del Pd, convocata da Letta per domenica pomeriggio. Una girandola di incontri (c’è stato anche un Salvini-Conte) che potrebbe essere l’indicazione di una stretta che, nelle ipotesi, potrebbe portare Draghi ad essere eletto entro le prime tre votazioni.

Una professione di ottimismo evidentemente che nasce da fatti concreti, da accordi che stanno per realizzarsi ma che si scontra, è bene tenerlo presente, con un tema parallelo e non secondario: se Draghi diventa capo dello Stato che fine fa il governo? Si precipita verso le elezioni anticipate?

Marta Cartabia (Foto LaPresse)
Marta Cartabia (Foto LaPresse)


Ciò a cui si starebbe lavorando – non una novità, posizione espressa dallo stesso Draghi le scorse settimane – è cercare di mantenere l’attuale larga maggioranza (che sarebbe poi quella che negli auspici andrebbe a eleggere Draghi) scongiurando così le elezioni. Un nuovo esecutivo con alla guida…Marta Cartabia? Una soluzione che verrebbe fatta digerire anche a M5s, da sempre contraria alla ministra colpevole, a loro dire, di avere sconfessata la riforma della giustizia varata dal suo predecessore, il Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede.

Soluzioni allora che sembrano avvicinarsi…a patto che Berlusconi lasci libero il campo.  Nel colloquio con Gianni Letta, La Russa ha detto di avere spiegato a Salvini e Meloni  che “se conosco l`uomo, vuole solo aspettare per poter incontravi quando vi potrà dire ‘ce la faccio'”. Si rischia di non uscirne fuori.