Dopo il consiglio Figc, conferenza del presidente Gravina. Che spiega: il calcio al confronto con il Governo con un piano
Continua l’attenzione per i grandi eventi sportivi. Dopo l’Olimpiade di Milano-Cortina del 2026, l’Italia si candida per ospitare gli europei di calcio del 2028. Ad annunciarlo è il presidente della Figc, Gabriele Gravina, dopo il consiglio federale. “Lo step decisivo è marzo. Prima dell’Esecutivo Uefa del 20 marzo presenteremo la nostra candidatura, che è aperta anche al 2032. Valuteremo una delle due opzioni”.
“Lo faremo in maniera seria e ponderata, anche perché c’è un grande fermento di rinnovamento delle infrastrutture”, ha spiegato, citando città come Firenze, Cagliari, Bologna e Bari.
Il tavolo di confronto con il Governo
Nel suo intervento Gravina ha parlato anche della richiesta che la Figc ha avanzato alle istituzioni sull’apertura di un tavolo di confronto, proposta accolta dalla sottosegretaria Vezzali. “Noi abbiamo lavorato molto e fatto studi straordinari per capire le criticità del mondo del calcio e le abbiamo messe sul tavolo. Il mondo del calcio si deve presentare in modo coerente e con un piano industriale. Ci deve essere grande senso di responsabilità perché non voglio solo chiedere ristori”.
“Credo sia un nostro diritto chiedere le forme di agevolazioni che abbiamo richiesto, ha continuato il presidente della Figc, ma è altrettanto doveroso presentarsi con presupposti che creino prospettive diverse”.
“Le aree da discutere col Governo sono ben identificate. Dal 6 febbraio si torna al 50%. Sappiamo che questo ha un impatto devastante per i ricavi e i bilanci delle nostre società. Auspichiamo che a brevissimo si torni al 100% con il super green pass. Nella speranza che la curva epidemiologica, come sta dimostrando, continui a scendere”, ha dettagliato. “Il secondo tema anche è un diritto del mondo del calcio. Essendo noi organizzatori di eventi sportivi, non possiamo pensare di essere dei generatori di scommesse pari a 15-16 miliardi annui e non avere nessun diritto come autori dell’evento, ha continuato. “Chiediamo come la Francia l’1%, ci allineiamo a questa richiesta”.
Il tema fiscale
Poi ha concluso: “Il mondo del calcio, a differenza di altri settori, procede a dei controlli che impediscono alle società di capitale di adottare decisioni che per una serie di motivi che altri hanno e mi riferisco ai rapporti con l’agenzia delle entrate. Bisogna avviare un confronto per un rinnovo di convenzioni che consenta alle nostre società, ove fosse necessario, di accedere a progetti legati alla ristrutturazione del debito”.