Il successo di Netflix, Amazon e Disney sta rendendo pi rapida la transizione verso esperienze integrate che portano i linguaggi estetici ed ergonomici dello smartphone sul grande schermo casalingo
NELLA RETE DI VITTORIO – Prima Comunicazione, dicembre 2021
A fine anno molte delle società di ricerca producono scenari e previsioni. Negli Usa, in questo periodo, molto si è parlato e si parla della crescita del consumo di contenuti e informazione via Rete e, ancora di più, della crescita, esponenziale, della produzione di contenuto che questa domanda ha innescato. In particolare, oltre alla tradizionale ricerca di Parks, che mette in graduatoria i grandi nomi dell’intrattenimento over the top negli Usa, Ampere Analysis ha pubblicato un consuntivo delle spese in produzione di contenuti nel mondo con uno scenario evolutivo per i prossimi cinque anni.
La ricerca Parks ha fatto emergere poche sorprese da un punto di vista competitivo: Netflix rimane la prima piattaforma negli Usa per numero di abbonati, seguita da Amazon Prime, Disney+, Hulu, Hbo, Espn+, Paramount+, Apple Tv, Starz e Showtime. Disney, sommando i suoi marchi Disney+, Hulu, Espn+, è il secondo editore del comparto e quello che mostra una maggiore crescita anno su anno. I dati sono relativi alla fine del terzo quarto del 2021 e si innescano in un quadro generale che vede, a livello planetario, una crescita del giro di affari legato alla vendita domestica di contenuti che sorpassa per la prima volta i 400 miliardi di dollari (419,03) crescendo di oltre 11 punti rispetto all’anno record 2020, con previsioni di crescita media di oltre 12 punti da oggi al 2028, quando il volume totale dovrebbe raggiungere i 932 miliardi di dollari. Il dato che sorprende maggiormente rispetto allo scenario Usa è il progressivo divorzio in atto tra la connettività e i contenuti. Se fino al 2018 il 49% delle case americane acquistava contenuti insieme alla banda larga, oggi questa sinergia si riduce al 38%, con un esplosivo aumento della penetrazione delle tv connesse e degli abbonamenti liberi, attivati attraverso applicazioni proprietarie innestate su queste televisioni connesse. Infatti, già oltre il 19% delle case americane ha attivato solo servizi indipendenti di consumo contenuto, con una previsione di crescita a oltre il 23% nel 2022.

La crescita nella penetrazione di questi servizi è dovuta a diversi fattori; tra questi spicca il peso che questi editori hanno sulla produzione di contenuti originali. Le aziende ott producono, infatti, contenuti per oltre 52 miliardi di dollari nel 2021, su 220 miliardi di dollari di produzione totale. La crescita del settore è di 5 punti percentuali, quella degli editori ott è del 37%. Nel 2022 ci si aspetta un’ulteriore crescita di 10 miliardi di dollari, che rispecchiano una decrescita dell’investimento da parte di tv di flusso e di produttori cinematografici di quasi 15 miliardi e un aumento da parte degli editori digitali di oltre 25 miliardi. Solo Disney+ e Apple Tv, ad esempio, contribuiranno per oltre 8 miliardi di dollari di nuove produzioni. La corsa agli armamenti (metaforici, parliamo di contenuti esclusivi) ha sostenuto anche un’importante accelerazione nel valore (e nella redditività) delle aziende che producono questi contenuti, rendendo il comparto uno dei migliori per chi ha investito nell’ultimo anno. Ad aver beneficiato di tutto lo scenario, poi, è l’industria dei produttori di televisioni intelligenti che, in tutto il pianeta, ha fatto segnare il secondo anno consecutivo di crescita record (+30,7%), raggiungendo i 193,23 miliardi di dollari ed esacerbando ulteriormente la crisi nella catena di approvvigionamenti di chip e silicio.
Il successo di Netflix, Amazon e Disney sta rendendo più rapida la transizione via dai set top box verso esperienze integrate che portano i linguaggi estetici ed ergonomici dello smartphone sul grande schermo casalingo. In questo ambito Sky sta giocando la sua partita per rimanere rilevante con il lancio di Sky Glass, la prima smart tv della galassia Comcast. Oltre a un’estetica nuova nell’elettrodomestico, Sky Glass introduce anche uno strato di esperienza proprietaria che impacchetta i contenuti di diversi editori e governa la pluralità delle offerte attraverso la voce e un unico sistema di comandi. L’utente potrà chiedere a Glass di fargli vedere un contenuto che il sistema troverà nelle diverse offerte attive e visualizzerà in maniera univoca all’interno dell’esperienza Glass.
Bisognerà capire se gli editori digitali ott faranno lo stesso errore che i media tradizionali hanno compiuto con Facebook o Google, ossia lasciarsi intermediare nel rapporto con l’utente da una piattaforma che non possiedono.