Ma perché Berlusconi dovrebbe rinunciare all’amato quotidiano, suo primo acquisto nel mondo dei media?
La trattativa per l’acquisto del Giornale da parte degli Angelucci è già a buon punto, con il progetto della famiglia, con forti interessi nel settore sanitario e proprietaria dei Corriere Dell’Umbria, di Libero e Il Tempo, di creare un polo di quotidiani di centro destra.
Già si parla di un piano di fusione del Tempo nel Giornale, che da oltre un anno ha chiuso la sua redazione romana, prima mossa di una ristrutturazione che l’attuale proprietà della SEE, l’editrice del quotidiano milanese (PBF di Paolo Berlusconi 73,55%, Mondadori 18,45%, Periodica 8%) non ha finora potuto permettersi per evidenti ragioni politiche.
Certo nella proprietà, soprattutto in Mondadori, c’è da tempo il desiderio di lasciare una testata che sul lato economico continua ad accumulare perdite. Si parla di 8 milioni all’anno.
Ma il nodo ancora da sciogliere è l’assenso di Silvio Berlusconi a cedere uno strumento politico. Con la direzione esperta di Augusto Minzolini il quotidiano si è dimostrato molto utile, come si è visto nella vicenda del voto per il Quirinale. E potrebbe rivelarsi ancor di più importante in vista dei riposizionamenti nel centrodestra, con le elezioni del 2023 alle porte.