Con la cerimonia dal Bird’s Nest, si sono chiuse ufficilamente le olimpiadi di Pechino. La bandiera a cinque cerchi è stata ammainata nella capitale cinese per passare a Beppe Sala e Gianpietro Ghedina, i sindaci di Milano e Cortina, protagoniste dei prossimi giochi del 2026.
Milano Cortina per prime in tandem
A modo suo, anche Milano Cortina è già nella storia. Come Pechino è stata la prima città ad ospitare sia giochi estivi sia giochi invernali, le Olimpiadi italiana sono le prime ad avere due città organizzatrici.
“Dualità, insieme” è proprio la scritta che ha aperto la parte di cerimonia organizzata dall’Italia. Firmato da Marco Balich – già mente di 14 cerimonie olimpiche, l’ultima quella di Tokyo – lo spaccato si è aperto con l’inno italiano cantato da Malika Ayane. Protagonisti due ballerini a rappresentare le anime – quella cittadina e quella di montagna – che caratterizzerano i giochi italiani.
E ancora un video con le città e i paesaggi che saranno teatro delle gare, da Milano alle Tofane, con un passaggio tra gli altri su Bormio e Venezia, e i saluti in cinese di Attilio Fontana e Luca Zaia, governatori di Lombardia e Veneto.
Bach: Olimpiadi più forti delle divisioni
Nel suo messaggio di chiusura, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, ha voluto celebrare la forza unificatrice delle olimpidi.
“Negli ultimi 16 giorni, ha detto rivolgendosi agli atleti, abbiamo ammirato le vostre eccezionali prestazioni, vi siete rispettati, vi siete sostenuti a vicenda, vi siete abbracciati, anche se i vostri paesi sono divisi dal conflitto. Questo potere unificante dei Giochi Olimpici è più forte delle forze che vogliono dividerci”.
Infine un riferimento al Covid. “Se vogliamo finalmente superare questa pandemia, dobbiamo essere più veloci, dobbiamo puntare più in alto, dobbiamo essere più forti, dobbiamo stare uniti. In questo spirito olimpico di solidarietà, facciamo appello alla comunità internazionale: diamo uguale accesso ai vaccini per tutti in tutto il mondo”, ha concluso.