Il mese di gennaio mette in evidenza Giordano. Il suo ‘Fuori dal Coro’ registra un aumento in tripla cifra
Vince ‘Che tempo che fa’ e non è una novità. Come non è una novità che questa trasmissione, che ha avuto Barack Obama e Papa Francesco tra gli ospiti di questa fortunata stagione, abbia pure, indubbiamente, nella sua normale vita televisiva una forte contaminazione di spettacolo e intrattenimento leggero nei contenuti.
In termini di numeri complessivi, così c’è da registrare come anche a gennaio 2022, a parità di condizioni, senza nessuno in pausa, mentre tutti i brand tv in classifica social erano on air normalmente, la trasmissione di Fabio Fazio
mostri di fare un altro campionato.
Raggiungendo 4,8 milioni di interazioni (Facebook, Youtube, Instagram e Twitter) e 3,5 milioni di videoviews (Facebook e YouTube) stacca ampiamente tutti i marchi concorrenti. Nessuno dei competitor, va detto, raggiunge quota un milione di interazioni.

Giordano cresce in tripla cifra
La novità più interessante del mese di gennaio, nel monitoring messo a punto da Sensemakers per Primaonline.it, è però senza ombra di dubbio la crescita robusta di ‘Fuori dal coro’. Nel pieno della corsa al Quirinale, il programma di
Mario Giordano si è come sempre smarcato per temi e per toni da tutti i concorrenti, colleghi di rete compresi.
Così in avvio del 2022 Giordano ha portato a casa una crescita di interazioni del 202%, a quota 717mila, sorpassando ‘Report’ (a 616mila), che era secondo a dicembre, anch’esso comunque in ampia crescita (+33%).
Nonno Renzo è libero: festa per Rete 4 anche sui social
Niente di strano che per Giordano il post che registra il numero più alto di interazioni sia stato quello dedicato alla liberazione della casa di Nonno Renzo, un super personaggio per “Fuori dal Coro”. Tra i protagonisti simbolo
nell’ambito dell’inchiesta ‘tormentone’ Ladri di case, mai interrotta dal programma e, piuttosto, copiata o ripresa e rielaborata da tante trasmissioni rivali.
Report in testa su Fb e YouTube
‘Fuori dal coro’ in avvio di 2022, inoltre, ha conseguito un numero imponente di video views (2,1 milioni). Ma a fare il botto su questo indicatore è stato soprattutto ‘Report’, terzo in classifica, ma in vetta alla graduatoria parallela a
quella principale con 12,4 milioni di video views su Facebook e YouTube.
Il contenuto più performante pubblicato dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci, in particolare, è stata una video-intervista con protagonista un commerciante che nel racconto risulta molto maltrattato da Amazon, usato dall’imprenditore come canale di vendita.
Al quarto posto della graduatoria per interazioni (473mila) e al secondo per videoviews (ben 12,4 milioni, era a 4,9 milioni a dicembre) si è collocato ‘Dritto e Rovescio’. Il brand curato da Paolo Del Debbio è rimasto quindi nella
stessa posizione del mese precedente, ma mostrando una chiara crescita delle prestazioni su tutti gli indicatori principali. In particolare, il video con il numero più alto di video views per ‘Dritto e Rovescio’, è stato uno spezzone
della puntata andata in onda il 27 gennaio, con il confronto scontro tra Matteo Bassetti e Giuseppe Cruciani sulla pericolosità dei no-vax.
Chiude la top five di gennaio, secondo Sensemakers, ‘Propaganda Live’ a quota 350mila interazioni, il programma cult de La7 che pure era terzo il mese prima. Ma anche Diego Bianchi a dicembre sui social faceva prestazioni più contenute (309mila) di quelle dei trenta giorni successivi.
Il trend positivo, quindi, è una costante per quasi tutti i marchi in graduatoria: nel confronto con il mese precedente si registra in generale una crescita del 16% in termini di interazioni e del 31% delle visualizzazioni video per i programmi di informazione.
La guerra social delle reti ibride, tra talk, magazine e news
E’ interessante verificare, grazie alle stime di Sensemakers, oltre agli esiti dei singoli brand media sui social, anche quali siano le piattaforme televisive con più titoli informativi nella top quindici social. A gennaio emerge come in casa Rai, sia solo la terza rete a collocare propri marchi nella lista dei migliori. Come in casa Mediaset, del resto, succede con
Rete4.
Oltre a Fazio, primo, e a Ranucci, terzo, Rai3 può allineare Massimo Gramellini (‘Le Parole’ a 63mila interazioni, ma con ben 1,1 milioni di video views) all’ottavo posto, e poi l’atipico ‘Blob’ al decimo, ‘#Cartabianca’ al dodicesimo e il contenitore del day time mattutino ‘Agorà’ al quindicesimo.
Più titoli di Rai3 (che però è complessivamente più forte) colloca in classifica Rete4: che oltre a Giordano e Del Debbio, piazza Nicola Porro (‘Quarta Repubblica’ a 249 mila interazioni) al sesto posto, Veronica Gentili al settimo (‘Controcorrente’), Giuseppe Brindisi all’undicesimo (‘Zona Bianca’) e al tredicesimo Barbara Palombelli (‘Stasera Italia’), essendo così rappresentata con tutti i propri volti chiave nella lista dei migliori.
Tre titoli, infine, arrivano da La7. Che pure avrebbe un potenziale molto forte da fare valere anche in ambito social. A gennaio, oltre al già citato Diego Bianchi, Corrado Formigli con ‘Piazzapulita’ si è collocato al nono posto e Massimo Giletti con ‘Non è L’Arena’ (che in tv ha traslocato dal mercoledì alla domenica sera) al quattordicesimo.
I post più performanti: si attenua il dominio di Fabio Fazio
A dicembre aveva monopolizzato la graduatoria dei post più performanti ‘Che tempo che fa’. A gennaio le cose sono un po’ cambiate. Fabio Fazio è prevalso su Facebook e Instagram, con un vantaggio siderale sugli altri per numeri messi in campo. Ma su Twitter – su contatti enormemente più bassi però – è stato Mario Giordano che ha vinto la sfida precedendo di misura il brand della terza rete. Fazio ha dominato su FB con gli auguri ad Adriano Celentano. E su Instagram con una foto ed un post sul funerale di David Sassoli.
Classifica_Programmiinformazione_TV_bestperformingpost_GEN20221Osservando i post più performanti si può notare che i temi ad aver alimentato interazione sui social sono stati molteplici e variegati: da contenuti legati alla pandemia fino, ovviamente, all’elezione del Presidente della Repubblica. Ma hanno avuto attenzione e condivisione anche il lancio o la ripresa di inchieste, nonché richiami alla necessità di digitalizzare il Sistema Sanitario Nazionale attualmente frammentato in 20 diversi sistemi regionali.
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