Recep Tayyip Erdogan (foto Ansa)

Turchia, accuse di censura dai media occidentali

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Dw e Voa si oppongono alle richieste di licenza disposte da Rtuk, l’autorità turca delle tlc

Altre due voci potrebbero spegnersi in Turchia. Deutsche Welle (Dw) e Voice of America (Voa) hanno annunciato che non presenteranno domanda per ottenere la licenza richiesta dell’autorità sulle telecomunicazioni Rtuk perchè la versione locale dei loro siti possa continuare ad essere on-line.
A inizio febbraio Rtuk aveva dato 72 ore di tempo a Deutsche Welle, Voa ed Euronews, per mettersi in regola, pena l’oscuramento della versione turca dei loro siti.

DW e VoA si oppongono

Secondo il portale turco Duvar Dw e Voa presenteranno denuncia o faranno appello alla richiesta. “Questa mossa dà alle autorità turche la possibilità di bloccare tutti i contenuti relativi a notizie critiche se queste non vengono cancellate. Questo crea un’aperta possibilità di censura. Ci opporremo a questo e presenteremo denuncia ai tribunali turchi” ha affermato il direttore generale di Deutsche Welle Peter Limbourg.
“Senza altre alternative, Voa ritiene che sarà obbligata a presentare un’obiezione alle autorità di controllo turche rispetto alla richiesta di fare domanda per ottenere una licenza” si legge in una dichiarazione di Voa. Un membro di Rtuk nominato dal partito di opposizione Chp ha sostenuto che con la richiesta di ottenere la licenza, “per la prima volta vengono messi nel mirino i media internazionali”.

Informazione “silenziata” dopo il golpe del 2016

Salvo sorprese le due emittenti si aggiungeranno alla lista dei media che sono stati chiusi dopo il tentato golpe del 2016. Secondo i dati del portale Expression Interrupted, finanziato dall’Ue, sono almeno 170 le radio, riviste, siti web e canali televisivi che hanno subito questo destino.