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Gedi vuole cedere L’Espresso. Giornalisti in agitazione, subito stop anche a Repubblica

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Non sono bastate le dimissioni polemiche del direttore Marco Damilano, le proteste dei giornalisti e lo stupore scandalizzato di lettori e osservatori editoriali. Non sono bastate le dimissioni polemiche del direttore Marco Damilano, le proteste dei giornalisti e lo stupore scandalizzato di lettori e osservatori editoriali. I vertici del gruppo Gedi hanno deciso di procedere con il progetto di cedere L’Espresso e le sue famose Guide al gruppo Bfc come conferma il comunicato qui sotto. 

Il mattone su cui è stato costruito il Gruppo Editoriale Espresso nel 1955 viene ceduto a un gruppo editoriale che è stato capace di crescere e fare utili con un giornalismo molto attento ai rapporti con la pubblicità e il marketing.
Sarà interessante vedere come Bfc gestirà un settimanale che ha nel dna la battaglia politica e le inchieste a volte fastidiose per i vari poteri.

Il comunicato Gedi

“Il Gruppo GEDI comunica di aver ricevuto e accettato una proposta dalla società L’Espresso Media srl per l’acquisto da parte di quest’ultima dei rami d’azienda relativi al settimanale L’Espresso e alle Guide de L’Espresso.
Sotto la nuova proprietà, che fa capo a Bfc Media, un gruppo editoriale solido, che ha valorizzato economicamente la testata e che sta puntando sullo sviluppo di riviste periodiche, il settimanale L’Espresso potrà trovare maggiore allineamento nella strategia aziendale, rispetto alla direzione evolutiva che il Gruppo GEDI ha intrapreso e sta perseguendo da anni, centrata sull’informazione in real time per il grande pubblico e sullo sviluppo di contenuti digitali e multimediali per i quotidiani e le radio.

Per accompagnare la fase di transizione, in base alle intese raggiunte, il settimanale resterà abbinato all’edizione domenicale del quotidiano La Repubblica”.

Sciopero dei giornalisti. Anche Repubblica si ferma

“Dopo mesi di smentite e astratte rassicurazioni, il gruppo Gedi annuncia infine la vendita dell’Espresso. L’offerta che appena tre giorni fa “non era ancora stata formalizzata” e doveva per questo essere prima valutata, è invece stata formalizzata e accettata in tempi record”.
Lo sottolinea l’assemblea dei redattori in un comunicato, che proclama “lo sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che online, e conferma l’astensione dal lavoro per impedire l’uscita del prossimo numero”.

La redazione dell’Espresso “esprime grande preoccupazione per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglia politiche, civili e culturali la propria ragion d’essere ed entra in un gruppo editoriale che finora si è concentrato su altri settori dell’informazione”, e “la propria ferma protesta per i modi in cui la trattativa sulla cessione della testata è stata condotta, e per il risultato finale di un negoziato che per mesi metterà l’Espresso in una situazione che non ha precedenti nella storia dell’editoria italiana, di fatto una co-gestione sospesa tra due proprietà. Una vecchia proprietà che ha affermato la “non strategicità” della testata e un’altra società promessa acquirente di cui al momento non è dato sapere che tipo di obiettivi si pone per il giornale”. “Una situazione, concludono i giornalisti, che rende impossibile il sereno lavoro dell’intero corpo redazionale”.Leggi ancheLirio Abbate è il nuovo direttore de L’Espresso

Da Gedi Visual esprime solidarietà ai colleghi dell’Espresso e a Damilano

Il Comitato di Redazione di Gedi Visual esprime solidarietà ai colleghi dell’Espresso e a Marco Damilano, che ha presentato le sue dimissioni dal Gruppo a fronte della decisione (non comunicata ai diretti interessati) di vendere la testata.

Una testata “storica, libera, critica che ha dato identità al Gruppo -si legge in una nota diffusa stamane- nata grazie alla lungimiranza di Eugenio Scalfari e di Carlo Caracciolo. Essa ha dato vita e nome a un Gruppo che, da anni, ha un ruolo fondamentale nel settore dell’informazione”.

Si tratta -conclude poi la nota- di “una scelta che preoccupa tutti i dipendenti Gedi, convinti che un Gruppo che ambisce ad avere un ruolo determinante nel mondo dell’editoria si presenta a nuove sfide investendo e non tagliando. È una decisione che giudichiamo grave e per questo siamo al fianco dei colleghi”.

Proclamato sciopero, con maggioranza bulgara, anche a Repubblica

La redazione di repubblica ha approvato la mozione del cdr con 224 favorevoli 6 astenuti 9 contrari. Pertanto proclama lo sciopero immediato: il giornale non sarà in edicola domani e il sito non sarà aggiornato dalle 19 di oggi alle 19 di domani. Di seguito il testo della mozione:

La redazione di Repubblica ritiene che la cessione dell’Espresso sia un atto grave che mette a repentaglio il futuro di tutto il gruppo Gedi. Cedere la testata capostipite di Repubblica e patrimonio del giornalismo italiano segnala una grave mancanza di fiducia sullo sviluppo a lungo termine.
I giornalisti di Repubblica hanno intrapreso con impegno e massimo sforzo la riconversione della nostra offerta informativa verso le sfide del digitale. Di contro la proprietà, mentre i colleghi sono impegnati nei teatri di guerra, conferma una strategia di riorganizzazione e ridimensionamento: cessioni di testate, accorpamenti di rami d’azienda e uscite incentivate del personale. Oggi pagano i colleghi dell’Espresso, a cui va la solidarietà di Repubblica e l’impegno al massimo sostegno possibile. Una deriva che non può essere ulteriormente accettata in silenzio. Per questo l’assemblea proclama lo sciopero, affida al cdr un pacchetto altri 3 giorni di astensione e gli conferisce il mandato di chiedere all’azienda impegni vincolanti e chiari su investimenti e perimetro.