Cdp diventi azionista di riferimento di Tim. L’auspicio di Gamberale ed ex manager

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“Sarebbe veramente strano e contraddittorio se da questo Governo venisse trascurata la vicenda Tim” che va riportata alla “dignità di Incumbent, mantenendo servizi e reti in un’unica azienda, con la separazione funzionale della rete, come c’è nei Paesi più liberalizzati di Europa, tra cui la Francia”. E’ l’auspicio che giunge da ex manager dell’azienda, da Vito Gamberale, ex Ceo Tim, a Umberto de Julio, ex Direttore Rete Telecom Italia, a Girolamo di Genova, ex Direttore Mercato Business Telecom Italia, Piero Bergamini, ex Direttore Mercato Retail Telecom Italia, Roberto Pellegrini, ex Direttore Commerciale Tim.

In una intervista a ilSussidiario. ripresa da Adnkronos, gli ex manager del gruppo affermano, in relazione al piano cui sta lavorando l’Ad di Tim Pietro Labriola “è davvero difficile vedere come possa funzionare bene un modello con due società separate, con azionisti diversi. Un modello concepito più per venire incontro alle esigenze di qualche azionista – o subire una pressione regolatoria dell’Europa che non ha riscontro in altri Paesi dell’Unione – che per una chiara visione di sviluppo industriale”.

L’alternativa, a loro giudizio, “è quella di puntare a un diverso assetto azionario in cui il Governo, attraverso Cdp, diventi l’azionista stabile, di riferimento, così come avviene in Francia con Orange e in Germania con Deutsche Telekom. E come avviene in Italia con Enel, Eni, Poste, aziende strategiche per il futuro del Paese”.