Per il giornalista uno spazio di 10 minuti, in onda dalle 20.35.
Ma la scelta irrita UsigRai e Tg2
Da settembre, Marco Damilano condurrà una striscia quotidiana di informazione in onda su Rai3. Ex direttore dell’Espresso, lasciato a inizio marzo dopo l’annuncio della vendita della testata dal gruppo Gedi a Bfc Media, Damilano è commentatore in numerosi programmi televisivi, su La7 – dove è ospite fisso, oltre che delle Maratone di Mentana, di in Propaganda Live con l’ormai noto ‘spiegone – e sulla Rai.
Dieci minuti
La trasmissione, spiega una nota Rai, comincerà alle 20.35 e durerà dieci minuti, e andrà in onda da un “innovativo studio nella sede Rai di viale Mazzini a Roma”. Ispirandosi un po’ la striscia di Enzo Biagi che seguiva il Tg1.
Nelle scorse settimane si era parlato dell’intenzione della Rai di creare una striscia informativa su Rai 3, anche se circolavano diverse ipotesi sia sulla durata dello spazio, sia sui conduttori. E, oltre a quello di Damilano, si era fatto anche il nome di Mario Calabresi.
Malumori in Rai
L’annuncio della striscia assegnata a Damilano ha acceso i malumori del Cdr del Tg2 e dell’UsigRai. Due i motivi di lamentela: il primo per la scelta di creare un programma che va a sovrapporsi al Tg2, creando una “concorrenza interna”, il secondo per averlo affidato a un giornalista esterno. A loro si è aggiunta anche la protesta del Tg1.
Cdr Tg2: è concorrenza interna
Il Cdr del Tg2 esprime stupore in merito alla notizia di una striscia informativa che andrà in onda su Rai3 a partire da settembre, con orario previsto alle 20.35, cioè a due minuti dall’inizio del nostro Telegiornale. Stupore perché dall’Azienda ci aspettiamo la difesa e la valorizzazione del nostro prodotto, che è risultato dello sforzo dell’intera redazione, non una “concorrenza interna” che riteniamo fuori luogo e punitiva. Peraltro affidata ad un giornalista esterno alla Rai. Il Cdr del Tg2, dunque, chiede all’Ad Carlo Fuortes e al Direttore Mario Orfeo di ripensare l’orario di messa in onda della nuova striscia informativa, tenendo nella dovuta considerazione gli orari di trasmissione dei prodotti del Tg2 e il lavoro di tutto il personale che ne permette la realizzazione. A loro ricordiamo anche che una striscia informativa, premiata dagli ascolti, più o meno nella stessa fascia oraria c’è già ed è Tg2Post.
Usigrai: scelta paradossale
Ancora una volta l’azienda ricorre ad un giornalista esterno per l’informazione. L’arrivo di Marco Damilano è soltanto l’ultimo caso. In un momento in cui l’ad Carlo Fuortes chiede sacrifici agli interni, ci sembra paradossale che all’improvviso ci siano i soldi per pagare l’ex direttore de L’Espresso, che è un giornalista esterno, quindi con un aggravio di costi per l’azienda. Come si è giunti alla scelta di Damilano? Il direttore Mario Orfeo, prima di ricorrere a un esterno, ha valutato ì curricula degli interni?
Non si comprende inoltre la logica di sovrapposizione di palinsesto della striscia di informazione prevista alle 20.35 su Rai3, con il Tg2 che va in onda allo stesso orario.
La nuova organizzazione per generi così parte male e invece di migliorare l’offerta apre la strada ad una concorrenza interna che non giova al prodotto di informazione della Rai. Freelance, giornalisti esterni, conduttori esterni, non è questa la strada del servizio pubblico.
Tg1: azienda spieghi la scelta di Damilano
“Chiediamo all’azienda di conoscere i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano per condurre una striscia informativa prevista alle 20.35 su Rai Tre. Chiediamo inoltre di conoscere quali sono i costi che la nuova trasmissione comporterà”.
“Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all’esterno dell’azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina, all’inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando), ribadisce in una nota il Comitato di redazione del telegiornale, al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d’informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte. Non abbiamo bisogno dell’ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti”. Il La decisione, contesta il Cdr del Tg1, è “ancora più grave per la coincidenza di orario del nuovo programma con un’edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta di un’assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell’Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l’incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale”.
Il Cdr del Tg1 ribadisce che è “inaccettabile da un lato operare tagli all’informazione (dalle edizioni alle troupe) in una presunta ottica di risparmio dei costi e dall’altro assumere esterni a caro prezzo. Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico. La decisione di affidare a un collega esterno una trasmissione d’informazione è l’ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne. Ci aspettiamo invece una dirigenza capace di valorizzare e promuovere i colleghi che già compongono la grande famiglia Rai”.
Lettera22: con oltre 2000 giornalisti, striscia a un esterno incomprensibile’
“Più di 2000 giornalisti interni e la Rai chiama un esterno per condurre la striscia informativa quotidiana di Rai3?” È una scelta incomprensibile quella della Rai, se non in una logica di mera lottizzazione. Un’operazione che ricorda stagioni della Prima Repubblica in cui il servizio pubblico veniva usato come “ammortizzatore sociale” piazzandovi i giornalisti in uscita dai giornali di partito. Contrattualizzare in Rai Marco Damilano, direttore appena uscito dall’Espresso e volto noto di un programma della concorrenza su La7, per condurre il programma d’informazione quotidiana su Raitre, striscia informativa peraltro in diretta concorrenza con il Tg2. Uno schiaffo agli oltre 2000 giornalisti del Servizio Pubblico, mortificati ancora una volta nella loro professionalità, e ai cittadini che con il canone lo sostengono, costretti a pagare scelte dettate da logiche di bassa politica”. Si legge in una nota di Lettera22.