Vladimir Putin e Xi Jinping (Foto Ansa)

La politica debole di fronte alla guerra

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L’Europa si ricompatta solo su una linea antirussa e nella crisi politica generata dalla guerra all’Ucraina incombe la Cina, ora sorniona e attendista, ma di fatto alleata della Russia

CONVERGENZA – Prima Comunicazione, Marzo-Aprile 2022

La politica debole sta dando una prova definitiva di sé nella crisi generata dalla guerra russa all’Ucraina. Un quadro di lettura politica ignorante, un’opzione europea non credibile per un’Europa che si ricompatta su una linea antirussa e basta, che è solo improvvisazione democratico liberale. Performance risibili a cominciare da quella del nostro ministro degli Esteri, definito dai russi non ostile, non filoatlantico, ma semplicemente “poco professionale”. Già, questo è il vero dato: al dì là del merito della situazione, gli attori occidentali della politica si dimostrano poco professionali.

Nel frattempo a qualcuno è venuto in mente che forse bisognava capire da tempo quale era la storia che avrebbe generato tutto questo? E quindi che a) alla Russia non fa piacere avere uno schieramento di missili Nato a qualche centinaia dì miglia da Mosca (ci ricordiamo la crisi dì Cuba con John F. Kennedy?); b) che parte della popolazione dell’Ucraina si sente russa al 100%; c) che in Ucraina esistono nuclei nazionalisti e nazifascisti; d) che i russi hanno una certa sensibilità sul tema territorio attaccato dall’‘Occidente’ avendo lasciato 6 milioni dì morti (Ucraina compresa) per combattere e vincere (per tutti, noi compresi) l’invasione nazista; e) che per tutto questo e altro Vladimir Putin chiede da anni di avere garanzie sul non ingresso dell’Ucraina nella Nato. Tutti aspetti che sarebbe stato giusto tenere a mente invece di abbandonarsi all’ignavia non professionale dell’Europa che ha lasciato marcire la situazione.

Il quadro dunque è complesso. Anche perché esiste un secondo protagonista che incombe: la Cina, ora sorniona e attendista, ma di fatto e istituzionalmente alleata della Russia. Basta leggere i discorsi ‘alleati’ da veri comunisti di Vladimir Putin e Xi Jinping all’apertura dei Giochi olimpici di Pechino. E il discorso in remoto a Davos del presidente cinese. Si dice soavamente che queste potenze vogliono controllare il pianeta nella nuova logica della centralità euroasiatica.

Caduta del muro di Berlino? Fine del comunismo? Mah… già allora sembravano battute da tabloid più che da analisi politica. E guarda un po’ dove siamo adesso: due imperi neocomunisti che potrebbero dominare il tutto. E noi? Ci si aspettava che usassimo la nostra reputazione e il nostro ruolo come baricentro dei nuovi equilibri nel Mediterraneo, che conta assai più dell’Europa essendo l’Italia l’infrastruttura dì connessione e arrivo della Via della seta. Insomma, un ruolo diplomatico che è anche un potere nella tensione che si sta per generare.

I giornali e i media assistono, non spiegano e raccontano di bambini e profughi, mentre la politica vecchia sta a guardare e manda in giro un ministro degli Esteri poco “professionale”. Peggio dell’inutilità: il disprezzo. E questo si riverbera sull’Europa, un’entità che parla il linguaggio remoto dell’atlantismo e dell’occidentalismo, mentre il mondo va altrove. Attenzione: la guerra nasce dall’emotività retorica, dall’irrazionalità e dall’ignoranza.