Thierry Breton e Ursula Von Der Leyen (foto Ansa)

Dsa, accordo Ue: regole per Big Tech su contenuti illegali e disinformazione

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Via libera alla norma che impone alle piattaforme più responsabilità e prevede sanzioni fino al 6% del fatturato globale

L’Unione europea ha raggiunto l’accordo politico sul Digital Services Act (Dsa), il disegno di legge che impone alle Big Tech una maggiore responsabilità sui contenuti illegali o nocivi che circolano sulle loro piattaforme.
Il via libera è arrivato dopo una lunga trattativa che ha coinvolto le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue), impegnate a conciliare le differenze su alcuni degli aspetti più tecnici del testo.

Il testo fa parte di un pacchetto più ampio proposto dalla Commissione europea per la prima volta nel dicembre 2020, che comprende anche il Digital Markets Act (Dma) per contrastare le pratiche sleali e l’abuso di posizione dominante delle Big Tech sui mercati digitali, adottato in via definitiva alla fine di marzo.

Accordo “storico”

Di un accordo ha parlato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un tweet, definendo il Dsa “un segnale forte per persone, aziende e paesi in tutto il mondo”. “Le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, garantiranno libertà di espressione e opportunità per le imprese”, ha commentato.

“Con il Dsa è finito il tempo in cui le grandi piattaforme online si comportano come se fossero ‘troppo grandi per preoccuparsene’. Un traguardo importante per i cittadini dell’Ue”, ha annunciato sul suo account Twitter ufficiale, Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi.

“Ciò che è illegale offline lo è anche online”

La nota del Consiglio dell’Ue che spiega i contenuti del testo, ha rimarcato come il Digital Services Act sia “una prima mondiale in termini di regolamentazione digitale”, e consacri “il principio che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online. Mira a proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali ea garantire la tutela dei diritti fondamentali degli utenti”.

Cosa prevede

Tra i contenuti, viene aggiornata la direttiva sull’e-commerce, nata 20 anni fa quando le piattaforme giganti erano ancora allo stato embrionale. Obiettivo: porre fine agli eccessi dei social network.

Il nuovo regolamento prevede l’obbligo di rimuovere “prontamente” eventuali contenuti illegali (secondo le leggi nazionali ed europee) non appena una piattaforma ne viene a conoscenza, costringendo i social network a sospendere gli utenti che “spesso” violano la legge.
Il lato oscuro di Internet riguarda anche le piattaforme di vendita invase da prodotti contraffatti o difettosi, che possono essere pericolosi, come i giocattoli per bambini che non soddisfano gli standard di sicurezza.
La DSA obbligherà i siti di vendita online a verificare l’identità dei loro fornitori prima di offrire i loro prodotti.

Chi coinvolge

Al centro del progetto, nuovi obblighi imposti alle “piattaforme molto grandi”, quelle con “più di 45 milioni di utenti attivi” in UE, ovvero una ventina di aziende, il cui elenco resta da definire ma che includerà Gafam ( Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), così come Twitter, e probabilmente TikTok, Zalando o Booking.
Questi devono valutare essi stessi i rischi associati all’uso dei loro servizi e mettere in atto i mezzi adeguati per rimuovere i contenuti problematici.

Verrà loro imposta una maggiore trasparenza sui dati e sugli algoritmi di raccomandazione. Saranno verificati una volta all’anno da organismi indipendenti e posti sotto la supervisione della Commissione Europea, che può infliggere sanzioni fino al 6% delle loro vendite annuali in caso di infrazioni ripetute.

Attenzione alla disinformazione

“Nel contesto dell’aggressione russa in Ucraina e delle particolari conseguenze sulla manipolazione delle informazioni online, è stato introdotto un nuovo articolo al fine di istituire un meccanismo di reazione in caso di crisi”, ha affermato il Consiglio europeo. Questo meccanismo, attivato con decisione della Commissione, consentirà di adottare misure “proporzionate ed efficaci” nei confronti di piattaforme molto grandi che contribuirebbero alla diffusione di informazioni false.