A buon punto i lavori della commissione istituita dal sottosegretario all’editoria Moles per sostenere l’informazione primaria
Da circa un mese ha finito le audizioni la Commissione istituita dal sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles per approfondire e indicare la soluzione migliore per il sistema delle agenzie di stampa fra il ricorso a una nuova gara automatica o a un processo governato di assegnazione di fondi individuando dei parametri oggettivi.
Dopo aver ascoltato i rappresentanti delle agenzie di stampa, delle associazioni di categoria e altri soggetti del settore la Commissione, composta da tre rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri, due dei quali in rappresentanza del Dipartimento dell’editoria, due rappresentanti del ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale e due rappresentanti del ministero dell’economia e delle finanze, ha avviato l’elaborazione di un apposito provvedimento.
A quanto apprende ‘’Prima’’ la chiave per evitare la gara europea, che si è rivelata molto farraginosa, sarebbe il pluralismo. Si starebbe infatti esaminando l’ipotesi di considerare, ad esempio i notiziari generalisti e regionali, come beni infungibili, cioè dotati ciascuno della sua specifica individualità, acquisiti da più fonti per rispettare il pluralismo e quindi compatibili con la normativa Europea, senza la necessità di ricorrere a una gara prevista invece per i beni considerati fungibili.
La scelta dell’agenzia fornitrice di tali notiziari e l’ammontare dell’acquisto dovrebbe tener conto di alcuni requisiti fra i quali certamente il numero dei giornalisti regolarmente contrattualizzati e quello delle notizie, dei video e delle foto prodotte e distribuite.
Solo ipotizzando una soglia elevata di giornalisti rientrerebbero nei requisiti per un’equa ripartizione degli acquisti La Presse, AdnKronos, AsKanews, AGI e certamente anche l’Ansa, che però rispetto alle altre quattro agenzie ha un numero di giornalisti e una produzione ben maggiori. Ed è probabile che per l’Ansa si dovrà prevedere un trattamento particolare.
E per le altre agenzie come Dire, Nova, 9Colonne, Vista, Radiocor che succede?
Sempre a quanto apprende ‘’Prima’’ alcune agenzie potrebbero essere configurabili quali possibili destinatari della ‘’contribuzione diretta’’. Come ad esempio quelle di proprietà di una cooperativa. Si tratta di una norma che potrebbe anche aumentare la possibilità di supporto a nuove a agenzie, ma non sarebbe un problema perché é previsto un incremento dei fondi, attualmente di circa 46 milioni annui, con la possibilità di reperirli anche da altri capitoli di spesa.
E’ possibile invece che per i servizi specialistici dallo sport, all’economia, all’estero come per l’acquisto di specifiche produzioni, come i video o i podcast, l’elemento del pluralismo sia considerato più debole. E che quindi non si possa evitare che questi servizi vengano ancora sottoposti a una gara tramite un apposito bando.
Tutte insieme quelle che finora sono considerate delle ipotesi, una volta perfezionate, dovrebbero dar corpo a un provvedimento per introdurre una nuova politica di sostegno alle Agenzie di Stampa, che secondo il sottosegretario Moles, hanno un ruolo importante e contribuiscono in prima linea al pluralismo.
Spetterà poi al Parlamento il coraggio politico di approvare rapidamente (la proroga degli acquisti della vecchia gara scade a fine anno) la nuova normativa che si baserà sul cosiddetto ‘’processo governato’’, sia pure con qualche eccezione. Ed essa, anche se dalle prime indiscrezioni appare piuttosto laboriosa ed esposta a qualche malcontento, sarà certamente più al riparo dai ricorsi e dagli incastri imprevedibili provocati dal sistema della gara.