Katharine Viner

Pensa prima di twittare. Stretta del Guardian ai giornalisti social

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Il mese scorso, il New York Times ha pubblicato nuove linee sull’utilizzo di Twitter da parte dei propri giornalisti. “Twitter stava rubando troppo tempo ai reporter”, ha scritto il Times. I contenuti pubblicati dai giornalisti causavano reazioni negative danneggiando la reputazione sia del giornale che del suo staff. Per questi motivi la testata ha chiarito che l’utilizzo di Twitter è opzionale, non rappresenta un requisito fondamentale per lo svolgimento del proprio lavoro.

La presa di posizione del Guardian

A seguito delle recenti vicissitudini legate all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, questa settimana The Guardian (nella foto, la direttrice Katharine Viner) ha seguito l’esempio del Times, pubblicando nuove linee guida sull’utilizzo del social media per il proprio staff. Le direttive sono “basate su un ampio contributo di giornalisti e personale commerciale dell’editrice Guardian News Media, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia”, ha affermato il Guardian. NiemanLab ha ricostruito alcuni dei passaggi fondamentali di queste linee guida.

I social media sono strettamente opzionali

Guardian News Media, che oltre al Guardian pubblica il settimanale Observer, non si aspetta che i propri giornalisti abbiano una presenza costante o un grande seguito su Twitter. La maggior parte del personale può svolgere il proprio lavoro ottimamente pur utilizzando i social media solo occasionalmente, ad esempio per la condivisione di articoli, per il monitoraggio dei media, per la raccolta di notizie/ricerca di fonti.

Non è vietato esprimere opinioni politiche, ma …

Le due testate sono rinomate per l’accuratezza e l’affidabilità con le quali riportano le notizie. I colleghi della redazione, in particolare quelli con un ampio seguito digitale, dovrebbero prestare particolare attenzione a non confondere fatti e opinioni quando utilizzano i social media. Occorre essere consapevoli che la pubblicazione di opinioni personali o politiche sui social media può danneggiare la propria reputazione come giornalista, oltre che quella del Guardian. Lo stesso vale per Mi piace e Retweet.

Non litigare o criticare colleghi o azienda via social

Il memo sconsiglia fortemente l’uso dei social media per esprimere qualsiasi forma di controversia interna con colleghi o collaboratori, o con GNM. Inoltre, come riporta il Nieman Lab, i tweet riguardanti i colleghi “non sono mai accettabili”.

Niente notizie su Twitter

Il Guardian ricorda infine: “Come giornalista il tuo lavoro è dare notizie per GNM, sulla piattaforma di GNM, non sui social media. Twitta le ultime notizie solo se il direttore condivide che tu lo faccia, piuttosto che segnalarlo per il sito web”. Occorre inoltre tenere a mente che solo perché una storia sta generando interesse sui social media, o solo perché un po’ di persone ne parla su Twitter, ciò non significa necessariamente che deve questa debba essere segnalata o fatta circolare ulteriormente sui social media.

Un “consulente” in redazione

In conclusione, il Guardian incoraggia vivamente il personale ad eliminare tutti i propri tweet e altri post pubblicati sui social. Il servizio TweetDelete, per esempio, permette di eliminare tutti i contenuti pubblicati sul proprio profilo per la cifra di $6,99 al mese. Il costo di questo servizio potrà essere addebitato direttamente alla testata.
Come riporta il Nieman Lab, il Guardian “pianifica anche di creare un nuovo ruolo nell’ufficio del caporedattore che includa la responsabilità dei social media, in modo che i giornalisti abbiano qualcuno con cui parlare per consigli e supporto di esperti, anche su abusi o molestie, quando necessario”.