In occasione del press brief organizzato da Google per la presentazione del Google Ads Safety Report sono state esposte le attività di contrasto alle pubblicità dannose e ingannevoli svoltesi nel corso del 2021. L’incontro si è tenuto a metà aprile ed è stato presieduto da Brian Crowley, Trust & Safety Director di Google. Il Google Safety Engineering service ha annunciato miglioramenti nelle tecniche di rilevamento basate sull’apprendimento automatico; nonché espansioni significative nelle politiche per affrontare, in genere, le minacce emergenti sulle piattaforme Google.
I numeri parlano chiaro. Nel 2021 sono stati sospesi 5,6 milioni di account pubblicitari: il triplo di quanti soggetti agli stessi provvedimenti nel 2020 (1,7 milioni).

“Per proteggere gli utenti – ha spiegato Crowley – abbiamo investito molto nella nostra tecnologia che utilizza i segnali di rete per trovare collegamenti tra account. Esaminiamo gli account, le informazioni di pagamento, gli indirizzi IP e altri fattori che possono essere ricondotti a comportamenti dannosi per gli utenti delle nostre piattaforme. Questo ci permette di stare al passo con i metodi che vengono impiegati dai malintenzionati e rimuovere non solo le pubblicità dannose, ma anche i relativi autori”. I risultati del rilevamento di Google sono sconcertanti e segnalano l’enorme quantità di contenuti dannosi presenti sul web. Nel 2021 sono stati bloccati e rimossi 3,4 miliardi di annunci pubblicitari, il 20% dei quali reo di aver abusato delle linee guida del network pubblicitario. Google non consente agli inserzionisti di pubblicare annunci che tentano di ingannare o aggirare i processi di revisione dei contenuti. Tra le violazioni, Brian Crowley ha elencato 4 esempi. Il Circumventing Systems, ovverosia le pratiche con cui i malintenzionati cercano di aggirare i controlli implementati da Google (cloacking, text manipulation). Quindi l’Unfair Advantage, quando cioè gli utenti utilizzano più di un account per gonfiare in modo sleale il traffico dei loro contenuti per aumentare i guadagni. Terzo caso, la manipolazione dei ranking di ricerca attraverso l’utilizzo di spam, comandi di reindirizzamento non ammessi e altre pratiche dannose come la compravendita di link e la pubblicazione di contenuti non originali sulle piattaforme Google (Webmaster Guidelines). Ultimo fronte di azione quello del Malicious or Unwanted Software: il team di Google si impegna a tenere lontani virus, ransomware e spyware dalle proprie piattaforme.
Le pagine all’indice
Se una pagina non soddisfa gli standard di qualità necessari per assegnare un PageRank accurato viene bloccata dall’indice di Google. L’editore in questione può chiedere di rivedere il provvedimento in vigore dopo aver modificato il sito in modo che soddisfi le linee guida. Eventuali comportamenti scorretti, attuati con il solo scopo di ingannare i motori di ricerca possono comportare la rimozione permanente della pagina dall’indice di Google. Queste norme aiutano gli editori a pubblicare e monetizzare i loro contenuti senza incorrere in sanzioni e ingannare gli utenti. Nel 2021 Google ha preso provvedimenti nei confronti di 1,7 miliardi di pagine web. “Il nostro approccio – ha continuato Brian Crowley – non segue certamente una ‘taglia unica’. Non ci limitiamo a bloccare e rimuovere gli annunci, la restrizione degli annunci è una parte fondamentale della nostra strategia operativa. Nel 2021 abbiamo messo sotto restrizione 5,7 miliardi di annunci. Si tratta di un approccio personalizzato basato sulla geografia e sulle leggi locali. Il nostro algoritmo è in grado di mostrare gli annunci dove sono appropriati, regolamentati e legali. Il paesaggio culturale è molto vario e vogliamo che ognuno si possa rispecchiare sulle nostre piattaforme”.

Una policy per gli eventi sensibili
In seguito alla pandemia da Covid 19, Google ha implementato quella che definisce una Policy per gli eventi sensibili. Si tratta di una serie di provvedimenti messi in atto per impedire ai malintenzionati di trarre profitto da eventi con significativa rilevanza sociale e politica come disastri naturali, emergenze sanitarie, episodi di terrorismo e guerre. Per esempio, Google ha ritenuto opportuno vietare la monetizzazione degli annunci pubblicitari presenti sui contenuti relativi al Covid che contraddicono il sapere scientifico. Sono stati inoltre penalizzati i risultati di ricerca legati a siti di e-commerce che lucrano sui beni di prima necessita gonfiandone i prezzi di vendita (mascherine, igienizzante per mani, tamponi). Il report indica che, applicando la Sensitive Event Policy, sono state bloccate 500 mila pagine e 230 milioni di annunci dall’inizio della pandemia. Tra le altre policy aggiornate dal 2020 rientrano quelle relative ai contenuti riguardanti il cambiamento climatico, il gioco d’azzardo e l’assistenza sanitaria.
Nuove insidie: le truffe sulle criptovalute
Il report si conclude con un case study. Nel 2021 Google ha riscontrato un forte aumento del numero di annunci che promuovono criptovalute. Poiché le criptovalute sono una novità, i truffatori cercano di trarre vantaggio dalle persone che stanno solo cercando di impararne le logiche. Il modus operandi sembra essere il medesimo già riscontrato in altri ambiti: i contenuti dannosi imitano il design di marchi consolidati nel tentativo di convincere gli utenti ignari a fornire informazioni sensibili come i dettagli della propria carta di credito. Il team di Google ha identificato il problema e lo sta affrontando con successo. Per dare un’idea della mole di insidie a cui gli utenti sono quotidianamente esposti sul web, il report afferma che ogni settimana vengono creati oltre 1000 account pubblicitari dannosi solo per le truffe relative alle criptovalute. Nel 2021 Google ha sospeso 2,1 miliardi di account per false dichiarazioni e phishing. A seguito di un embargo durato 22 giorni, posticipato più volte per permettere “ulteriori verifiche su alcuni dati”, il Google Ads Safety Report 2021 è stato pubblicato il 4 maggio 2022.