Barbara Capaccetti, medical & regulatory director di Takeda Italia

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L’area Medical & Regulatory di Takeda Italia è cresciuta negli ultimi anni e vuole rivestire un ruolo sempre più strategico e fornire il proprio contributo al processo di trasformazione del Sistema Sanitario del Paese. “Questa evoluzione – ha commentato Barbara Capaccetti, recentemente nominata medical & regulatory director di Takeda Italia – richiede capacità non solo tecniche, ma di leadership adattativa e di visione strategica: la mia ‘regola’ nel nuovo incarico sarà quella di creare valore per i nostri interlocutori, grazie alle competenze e progettualità messe a disposizione dall’azienda, e a partnership pubblico-privato sempre più solide, nelle quali credo molto”.

La nomina è stata annunciata il 9 maggio 2022. Come riporta il comunicato stampa di Takeda Italia, la solidità scientifica si conferma uno degli obiettivi della Direzione Medica. L’utilizzo del digital e dei big data continua ad essere un punto di riferimento per tutti gli ambiti terapeutici.

Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Oncologia Medica presso L’Università Sapienza di Roma, Capaccetti ha cominciato il suo percorso professionale come Medico Oncologo presso l’Ospedale San Filippo Neri della città capitolina. La sua carriera è poi proseguita all’interno di aziende farmaceutiche multinazionali, dove ha ricoperto ruoli diversi in numerose aree terapeutiche: dalle malattie infettive all’immunologia, dalle malattie cardiovascolari alla terapia del dolore. Ha assunto posizioni di responsabilità in Pfizer, dove è stata nominata country medical director Italia e presidente di Fondazione Pfizer, ed è stata executive country medical director in MSD Italia.

“La mia mission in Takeda Italia – ha proseguito Capaccetti – sarà anche quella di contribuire a una visione organica del percorso di pazienti e caregiver, che parta dal loro ascolto. L’esperienza clinica e quella maturata all’interno delle aziende farmaceutiche mi hanno permesso di acquisire una profonda consapevolezza di cosa significhi contribuire al benessere dei pazienti, dell’importanza della ricerca e dell’equo accesso alle nuove terapie”.