Da Che Guevara a Muhammad Ali, da Fidel Castro a Rigoberta Menchú, da Silvia Baraldini al subcomandante Marcos, senza dimenticare Diego Armando Maradona. L’archivio audiovisivo di Gianni Minà, con le immagini girate ma non utilizzate per le centinaia di reportage, programmi e documentari che hanno fatto storia e che il giornalista ha realizzato in quasi 60 anni di carriera diventeranno un archivio digitale consultabile da tutti online. E la creazione di questo archivio – scrive Adnkronos – verrà finanziata con un’operazione di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso annunciata dal giornalista e dalla moglie Loredana Macchietti sul profilo Facebook di Minà che in sole 24 ore ha già raccolto oltre 4.000 euro.
“Per anni – scrivono i due su Facebook – abbiamo cercato un mecenate che ci permettesse di riportare alla luce il materiale audiovisivo che teniamo nei nostri magazzini, frutto di più di sessant’anni di lavoro in giro per il mondo. Il nostro modus operandi è sempre stato lo stesso, di progetto in progetto – si fiutava un evento di cronaca o un personaggio non banale, si proponeva alla Rai e, se l’idea veniva accettata, si produceva il reportage, l’intervista, il documentario. Il prodotto finale si avvale del meglio di questi incontri. Il resto rimane nelle cassette di lavorazione. Si tratta quindi di metri e metri di pellicola, e non solo, di chiacchierate informali con tanti personaggi: scrittori, miti dello sport, leader politici, cronache del FSM e molto altro mai trans-codificate perché all’epoca, qui in Italia, non si credeva ancora abbastanza al digitale”.
“Vogliamo così lanciare – spiegano – una campagna di finanziamento dal basso: tutto ciò che ci arriverà, lo useremo per la lavorazione dei supporti che abbiamo: pellicole, vhs, betacam, minidv, e così via. La digitalizzazione di questo materiale verrà catalogata e pubblicata sul sito o sui social, così da trasformare il nostro spazio in una piccola piattaforma di consultazione e di pensiero, a cui tutti possono accedere. Non sarà un ‘ritorno al passato’, ma vorremo fosse uno slancio verso l’utopia. A che serve l’utopia? ‘L’utopia è là nell’orizzonte, serve per non smettere mai di camminare’, come scriveva Eduardo Galeano”, sottolineano, concludendo: “Questo progetto lo vorremmo dedicare a Francesca Emilia, Paola Emilia, Marianna, Eugenio, Bruno, Ludovica, e ai tanti ragazz* delle nuove generazioni, che stanno costruendo il nostro futuro”.