Philippe Donnet

Generali, Donnet: compagnia bene di tutti. Puntiamo a leadership europea

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Audizione in Commissione banche per l’ad di Generali con il presidente Sironi

Il cambio di governance, la leadership in Europa e la centralità dell’Italia. Tanti i temi affrontati all’audizione in commissione Banche della Camera dai vertici di Generali, l’ad Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi.
L’incontro arriva a pochi giorni dallo strappo che ha portato Francesco Gaetano Caltagirone a dimettersi dal board della compagnia di Trieste, rinnovato a fine aprile.

Generali “un bene comune”

“Abbiamo migliorato tante cose nelle Generali, bisognava migliorare anche la governance e passare a questo standing che si vede nelle societa internazionali, dando al cda la possibilità di presentare una propria lista. Andiamo avanti su questa strada, è la strada giusta”, ha detto Donnet, parlando del rinnovato assetto societario.
“Generali è importante per il Paese, ma proprio per questo non deve essere proprietà di alcune famiglie, di alcuni imprenditori, ci vuole una governance da public company”. “Alcuni avevano una visione diversa, è giusto che ci siano, allora è stata proposta una scelta agli azionisti che hanno votato per questa governance. Generali non sono proprietà di alcuno, sono un bene comune”.

Il posizionamento europeo

“Negli ultimi anni abbiamo conquistato una grande credibilità sul mercato. Dal 2000 al 2016 avevamo costantemente sottoperformato sul mercato e rispetto ai peers, invece da 2016 a fine 2021 grazie ai risultati ottenuti per prima volta abbiamo sovraperformato”, ha spiegato.

Ma non finisce qui. Con il Piano al 2024 la compagnia punta alla leadership europea, “mantenendo la solidità finanziaria per poter superare qualsiasi tipo di scenario negativo”.
“Vogliamo usare questi 3 anni per proiettare le Generali in un futuro e nel digitale, investendo anche nella formazione delle nostre persone”. “E’ molto importante mantenere la solidità finanziaria del Gruppo per essere in grado di sostenere qualsiasi scenario”, ha spiegato il Manager sottolinbeando che “abbiamo gestito la fase del Covid molto meglio dei nostri rivali”. “Così non era stato nella crisi del 2008 – ha proseguito – che ci ha richiesto 10 anni per recuperare”.

“Oggi sappiamo che ci aspettano nuove sfide come la guerra e le sue conseguenze economiche, vogliamo essere preparati per affrontare qualsiasi scenario e lo siamo”. “Vogliamo poi essere leader nella sostenibilità – ha aggiunto – e siamo riconosciuti per questo dai riconoscimenti ufficiali che abbiamo ricevuto”. “Oggi non basta più la redditività il dividendo e il ritorno sul capitale, il Gruppo deve anche dimostrare con sincerità il suo impegno sociale e per l’ambiente”.

Italia al centro

“L’Italia è centrale nella strategia di Generali e non avremmo acquistato Cattolica se non lo fosse”, ha spiegato ancora. “Vogliamo integrarla nel modo giusto in Generali – ha precisato – e vedo solo impatti positivi nella nostra strategia e per lintegrazione di Cattolica per Verona e per l’Italia nei prossimi anni”.
Sul futuro, Donnet ha smentito le voci di una aggregazione con Unicredit. “Non c’è nessuna ipotesi di aggregazione. Non c’è un progetto, non rientra nella nostra strategia, non ha senso”. “Sono business completamente diversi, le assicurazioni sono una cosa, le banche un’altra cosa, non c’entrano niente, non ci sono sinergie. Sarebbe un indebolimento per entrambi, non vedo nessuno beneficio e questo vale per qualsiasi banca”, ha precisato.

Nessuna minaccia francese

Il manager ha parlato anche dei rumor di stampa che vorrebbero la compagnia al centro delle mire francesi. Donnet li ha definiti “una fantasia di giornalisti”. “Se c’è stata una minaccia, cinque anni fa, per l’indipendenza di Generali è nata in questo paese. Spesso i pericoli per Generali non vengono da fuori ma da questo paese”, ha detto. Negli scorsi anni, ricorda Agi, Intesa Sanpaolo aveva aperto un dossier su Generali, lasciando poi cadere l’operazione.

Sironi: mediazione

Sul tema governance è intervenuto anche il presidente Sironi. In particolare sulla questione dell’affido dell’esame delle operazioni strategiche al Cda Sironi ha fatto presente che è oggetto di una mediazione tra maggioranza e minoranza nello stesso consiglio.
“Stiamo lavorando a una situazione di mediazione e sono fiducioso che vengano soddisfatte le esigenze della maggioranze e delle minoranze in consiglio”, ha puntualizzato.

Secondo Sironi l’esame delle operazioni strategiche nel solo Cda avviene già “in molte società importanti tra cui le banche”. “Avevamo avanzato la proposta di avere un rappresentante per tutte le minoranze nei comitati endoconsigliari”, ha affermato il presidente di Generali Andrea Sironi rispondendo alla domanda di un Deputato in Commissione Banche sul ruolo delle minoranze nel governo societario di Generali. “Inoltre – ha concluso Sironi – abbiamo proposto di affidare la presidenza di un comitato importante, come quello sulle Parti Correlate, a un rappresentante della minoranza anche alla luce del dibattito pre-assembleare”.