Meta vuole ripensare l’offerta news. Per gli editori a rischio accordi milionari

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Quest’anno terminano gli accordi triennali stipulati nel 2019 da Facebook con diversi editori per il pagamento dei contenuti pubblicati sul social nello spazio dedicato alle News.

Dalle parti di Menlo Park non hanno ancora fatto sapere quali sono le intenzioni sulle partnership in questione, se e come verranno rinnovate. Ma da diverso tempo circolano voci sul fatto che Facebook, ora Meta, sia intenzionata a rivederli, anche perchè, come riportato da Reuters, gli accessi alle news via social sarebbero diminuiti dopo la fine della presidenza Trump.

Il nuovo ruolo di Campbell Brown

In questa fase di ripensamento, forse non è un caso che pochi giorni fa la holding di Mark Zuckerberg abbia assegnato un nuovo ruolo a Campbell Brown.
Da vice presidente news partnership, la Brow è stata tra gli artefici degli accordi con gli editori per la creazione del News Tab. Ora guiderà un team focalizzato sulle collaborazione con i media su larga scala e a livello globale. Nel mirino ci sarebbe accordi anche con il mondo dello sport, streamers e studios, e tentativi di attirare creators.
E ovviamente liberare fondi da investire sul metaverso.

Zuck insofferente per le pressioni dei regolatori

Secondo il Wall Street Journal non è da escludere che alla base ci sia anche il fastidio di Zuckerberg per le pressioni che Meta – come Goolge – sta affrontando in diversi paesi da parte delle autorità di regolamentezione sul tema del pagamento dei contenuti agli editori.
Unione Europea, Inghilterra, Australia, Canada e Stati Uniti sono alcune delle aree dove il tema dè sempre più scottante.

Le perdite per gli editori

Per i conti degli editori sarebbe un colpo. Secondo le cifre riportate dal Wall Street Journal, in media il social paga più di 10 milioni di dollari all’anno a una manciata di testate giornalistiche per i loro contenuti. Con una logica che prevede cifre più alte per gli editori che sui loro siti utilizzano il paywall.
Gli accordi più onerosi sarebbero con le testate più importanti, dal WaPo, cui spetterebbero 15 milioni l’anno, al Nyt, con cui Fb verserebbe 20 miioni, o lo stesso Wsj, per il quale i pagamenti sono inseriti in un accordo più vasto che coinvolge l’editrice Dow Jones & co. con altre sue testate.
Ben diverse invece le cifre destinate agli editori più piccoli, quantificate in 3 milioni di dollari.