La presentazione dell'Hybrid Bulletin (foto Ansa)

Russia, fake news, nomi e media. Cosa c’è nel bollettino Dis desecretato

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Sono sei gli italiani citati nel testo, ma “non attenzionati”, come ribadisce il sottosegretario Gabrielli. Che attacca: “Non esiste un Grande Fratello, una Spectre in Italia”.

I nomi di reporter, blogger e di un’eurodeputata nell’ambito di un’analisi a trecentosessanta gradi sulle narrative pro-Cremlino attraverso i social e i media tradizionali, dai canali Telegram alle interviste in tv, condivise con post finalizzati alla propaganda filorussa.

Nel bollettino sulla disinformazione nel conflitto russo-ucraino prodotto dal Dis – il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – e appena desecretato su indicazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli vengono citati alcuni italiani, in tutto sei, ma anche l’ambasciata russa in Italia e – tra i nuovi trend – “l’ingerenza e la manipolazione informatica russa” che continua a declinarsi “verso l’esterno, puntando anche all’utilizzo di risorse intellettuali di pregio, nella forma di cittadini russi residenti all’estero”.

Il caso e le liste

A portare alla decisione di desecretare il documenteo l’articolo pubblicato domenica 5 giugno dal Corriere della sera sui ‘Putiniani d’Italia’, che, citando materiale raccolto dall’intelligence, segnala l’attività di una rete di soggetti filo-russi (tra i quali il senatore Vito Petrocelli ed il noto sociologo Andrea Orsini) che avrebbe l’obiettivo di condizionare le scelte del Paese. Ad ‘ispirare’ il pezzo sarebbe stato il bollettino in questione.

Gli italiani citati ma “non attenzionati”

Nel documento numero 4 del 2022, relativo al periodo tra il 15 aprile e il 15 maggio, titolato ‘Hybrid Bullettin’ (sta ad indicare appunto una sorta di bollettino sulla cosiddetta ‘guerra ibrida’), vengono nominati come ha specificato lo stesso Gabrielli – gli italiani Alberto Fazolo (economista iscritto all’albo dei giornalisti del Lazio come pubblicista, che ha parlato dell’uccisione di diversi giornalisti in territorio ucraino), il freelance Giorgio Bianchi (si trova in Ucraina ‘con finalità di propaganda filo-russa’), l’eurodeputata Francesca Donato (descritta sull’emittente Russia Today come ‘colei che ha votato contro l’invio di armi in Ucraina’), Rosangela Mattei, nipote di Enrico (una sua intervista è stata rilanciata sui social da noti influencer antigovernativi e filorussi), la blogger Francesca Totolo (ha ripreso un tweet di campagna mediatica contro il presidente Zelensky) e l’amministratore di un gruppo Facebook, Rolando Dubini, (uno degli utenti più attivi sui canali italiani filo-russi, dei quali fanno parte utenti afferenti alla galassia No vax).

Nessuno dei nominati, ha specificato lo stesso Gabrielli è “attenzionato”. “Non esiste un Grande Fratello, una Spectre in Italia: nessuno, tanto meno il Governo, vuole investigare sulle opinioni delle persone”, ha ribadito il sottosegretario in una conferenza respingendo “sospetti infamanti” sull’intelligence italiana, e l’accusa di organizzare dossieraggi e schedature di giornalisti e parlamentari pro-Mosca sulla base di direttive impartite dal Governo.

“non c’è nessun tipo di investigazione sui nomi apparsi sul giornale o sul bollettino, nè su giornalisti o politici: un conto è riportare dichiarazioni, un altro è svolgere approfondimenti investigativi”, ha ribadito.

Un momento della conferenza stampa di Franco Gabrielli (foto Ansa)
Un momento della conferenza stampa di Franco Gabrielli (foto Ansa)

I contenuti

Tra le “narrative inedite”, si registrano anche critiche all’operato del premier Mario Draghi, ritenuto responsabile “di un aumento dei prezzi di generi alimentari ed energetici oltre che di aver trascinato il Paese in guerra”.
Altre fake diffuse sono l’imminente entrata in guerra dell’Alleanza Atlantica, la guerra di informazione ingaggiata dagli Occidentali in favore di Kiev e la preparazione di armi chimiche da parte dell’Ucraina.

E’ stato anche rilevato il supporto russo alla campagna elettorale di Marie Le Pen per le presidenziali in Francia dell’aprile scorso.

L’ambasciata russa

L’ambasciata russa in Italia è citata in merito alla narrativa sulla “delegittimazione nell’attività di informazione dei media occidentali circa il conflitto in corso”. Il suo account ha anche dato “ampia visibilità alle numerose interviste rilasciate da rappresentanti istituzionali russi su emittenti televisive italiane”.
Su tutte, vengono segnalate quelle della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova e quella del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov alla trasmissione tv Zona Bianca (“viralizzata” anche da altri canali).

Le nuove strategie ibride

Ci sono poi le mosse che aprono a nuove strategie nella minaccia ibrida. Parallelamente al rallentamento nelle attività di influenza cinesi, il Dis registra che “il Cremlino starebbe provvedendo al reclutamento dei principali esponenti dell’intellighenzia per creare consenso nella popolazione russa. Ciò avviene ingaggiando personaggi pubblici caratterizzati da un livello culturale medio alto, come professori e ricercatori, nonché online, dove il noto gruppo Cyber Front Z avrebbe avviato una campagna di reclutamento di gestori di canali telegram o di altri social”.

In generale, tra i vari “media filo-russi” citati nel bollettino ci sono il canale ‘Giubbe rosse’ (“ha fortemente criticato il capo del Copasir”). Sui gruppi e canali appositamente creati su Telegram (tra cui ‘Russia Amica’) è stata rilevata un’adesione media tra le 50mila utenze fino ad un minimo di 10mila. Sulla stessa piattaforma anche il Centro culturale russo a Roma “ha intensificato la propria attività”. Tra i siti web di disinformazione ci sono invece ‘Visione tv’, l’ ‘Antidiplomatico’ e il blog ‘Maurizoblondet.it’ e il canale @baosptnk, che potrebbe essere riconducibile a Sputnik, e l’emittente Russia Today.

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