Dario Franceschini (foto LaPresse)

Sostenibilità: aziende guardano a cultura. Franceschini: cruciale per crescere

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L’Italia è uno dei paesi che ha investito di più in cultura con il Pnrr. A rimarcarlo il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo alla presentazione del XIII Rapporto di Civita, dal titolo ‘Quando la cultura incontra la sostenibilità’.

Franceschini: cultura fattore di crescita

Dallo studio, edito da Marsilio, realizzato con il supporto di IGT, è emerso quanto la cultura giochi un ruolo di primo piano nelle strategie di sostenibilità delle imprese italiane.
Un concetto ribadito dallo stesso ministro. “In questi anni è stato fatto un passaggio spero ormai irreversibile, ossia che gli investimenti in cultura sono tra i principali fattori di crescita del Paese. Nel Pnrr abbiamo investito molto, siamo il Paese che ha investito di più. Chi verrà dopo di noi non potrà prescindere da questo”, ha spiegato, Franceschini, soffermandosia anche sull’utilità di mettere a sistema pubblico e privato, facendo collaborare i due ambiti.
“In questi anni da ministro della cultura sono state fatte diverse norme significative come l’art bonus, grazie al quale sono arrivati molti milioni dal mecenatismo, ma ancora troppo pochi, perché potrebbero essere di più”

L’azione delle aziende per la sostenibilità

Entrando nel dettaglio, il rapporto evidenzia che le iniziative realizzate dalle aziende per la sostenibilità “extra ambientale” si concentrano negli ultimi anni in area sociale (93%), seguita dalla formazione (84%) e dalla cultura (79%).
L’indagine, strutturata su una doppia survey (la prima condotta nel 2021 sulle imprese appartenenti all’associazione; la seconda nei primi mesi del 2022 su un campione d B-Corp e Società Benefit), rileva che le iniziative sulla sostenibilità facciano in prima istanza migliorare l’immagine in termini di reputazione (67%), e poi a seguire rafforzino le relazioni sui territori (52%), aumentino la visibilità del brand (28%).
Secondo i dati, sulla realizzazione della progettualità in ambito sociale, culturale e formativo le aziende analizzate prediligono il mix tra contributo economico e tecnico (66%), seguito da quello in competenze (56%): un nuovo approccio quindi, orientato non solo al sostegno materiale ma anche alla coprogettazione (nell’80% dei progetti realizzati in questo ambito si tratta di iniziative svolte in partnership con organizzazioni culturali, comunità locali ed enti del terzo settore).

Il ruolo dei musei

Se la cultura diventa un “acceleratore” di sostenibilità, i musei non possono non essere protagonisti di questa “rivoluzione”. Per questo nell’ambito del Rapporto, l’Associazione ha deciso di somministrare a un campione di “pubblico dei musei” un questionario online per chiedere quali misure dovrebbero adottare le realtà museali italiane per essere più sostenibili sotto il profilo ambientale.
Il 68% del campione intervistato ritiene infatti che attraverso arte e cultura si possa trasmettere un messaggio più incisivo a favore della sostenibilità.

Sul possibile ruolo che i musei dovrebbero assumere, il 62% è convinto che questi ultimi dovrebbero comunicare maggiormente all’esterno le proprie iniziative legate alla sostenibilità ambientale.
In merito al costo delle soluzioni ecologiche però il 77% ritiene che sia ancora troppo esoso, mentre sulla priorità delle misure concrete da adottare, al primo posto per gli intervistati c’è l’efficientamento energetico – 69%- (tra le altre elencate, anche l’uso di materiali riciclabili, la raccolta differenziata dei rifiuti, l’uso di sistemi di illuminazione a led).