Una mozione propone finestre di 180 giorni per tutelare le sale cinematografiche. Ma il presidente Apa lancia l’allarme sui rischi per il mercato
Si riaccende il dibattito sulla lunghezza delle finestra di esclusiva theatrical per i film nelle sale, dopo che senatori di vari partiti (fra gli altri FI, Pd, Leu, Iac, ipf e Gruppo Misto) hanno presentato una mozione per tutelare l’attività delle sale cinematografiche, messa a dura prova dall’emergenza Covid e dalla trasformazione del sistema di distribuzione. Fra le richieste avanzate anche quella di una “finestra” di 180 giorni per tutti i film a protezione dell’uscita in sala per i prossimi tre anni.
Con una dichiarazione del presidente Giancarlo Leone, l’Apa, associazione dei produttori audiovisivi, è intervenuta sul tema, prendendo una posizione ben diversa ed esprimendo la propria preoccupazione per l’impatto che potrebbero avere sul mercato tempi dilatati.
Effetti su finanziamenti e distribuzione
Secondo l’associazione “il dibattito parlamentare che tende a vietare la distribuzione di film e documentari fuori dalle sale per un periodo lungo” è “fuorviante e dannoso per l’industria audiovisiva e cinematografica” e “non più coerente con le dinamiche di mercato”.
Il rischio, sostiene Apa, è che l’approvazione di nuove norme “restringerebbe seriamente le potenzialità di mercato delle opere audiovisive e cinematografiche con effetti gravi per il finanziamento e la distribuzione delle stesse”.
Esclusiva di 15 giorni
Da qui, quindi, la proposta di Apa di permettere che “le opere, a partire dai documentari, possano essere distribuite su altri mezzi trascorsi 15 giorni dalla prima uscita in sala”.