Maurizio Scanavino e Simone Giacomini

Gedi acquisisce il 30% di Stardust entrando nel mondo di influencer e creator

Condividi

Salirà per arrivare alla maggioranza

Gedi ha acquisito il 30% di Stardust, un’azienda fondata nell’aprile del 2020 a Roma ma con sede anche a Milano, da Simone Giacomini, Fabrizio Ferraguzzo, Alan Tonetti, Antonino Maira ed Ettore Dore per gestire Talenti sui social network. Creata in piena pandemia dopo avere studiato le piattaforme online per capire che cosa volesse il mercato. E cioè lavorare nel digital marketing avendo a disposizione un esercito di creator su piattaforme come TikTok, Facebook e Instagram e fare da tramite fra loro e le aziende interessate ad avere visibilità online

Maurizio Scanavino, Amministratore Delegato di GEDI

Stardust mette sotto contratto i creator e li ospita addirittura nella Stardust house, una sorta di collegio scuola a Milano dove i creator vivono insieme creando contenuti, ma anche aggiornandosi e seguendo corsi, dalla coreografia, al video editing, lingue, analytics, copywriting.  “E sta un’operazione fatta velocemente”, dice Maurizio Scanavini, ad di Gedi. “Per noi è importantissimo poter essere in rapporto con il target dei giovanissimi che consumano solo i social media e i talenti che li usano.” 

Simone Giacomini

Stardust è nata nel maggio del 2020 e conta su 500 creator-influencer che producono 1.200 contenuti originali al giorno per 150 milioni di visualizzazioni cross platform giornaliere. Nel 2021 il fatturato è stato di sui 10 milioni. A metà del 2021 in Stardust è entrato anche il Fondo Alchimia di Paolo Barletta che ne ha acquisito il 34 per cento.

L’operazione di Gedi è stata possibile proprio rilevando quote da alcuni business angel e da Alchimia la cui presenza nel capitale scende così al 17,5 per cento. La torta si completa con il 30% di Gedi, il 5% del fondo Falcon e il resto ai fondatori.

Gedi potrà raggiungere una quota tra il 60 e il 100% nel periodo 2023-2025, esercitando da subito ampi diritti di rappresentanza nella governance.

«Non è un’operazione finanziaria, ma industriale. I Millennials e la Generazione Z in particolare trascorrono poco meno di 3 ore al giorno sulle diverse piattaforme. Con Stardust la nostra strategia digitale compie un deciso passo in avanti perché ci permette di distribuire a nuove audience i nostri contenuti in ambito news, audio e intrattenimento, assicurandoci il presidio nativo delle piattaforme e dei linguaggi dei social», dice Scanavino al Sole non prevedendo resistenze dei giornalisti: «Al contrario tutti capiscono l’importanza di portare l’informazione di qualità anche alle nuove generazioni. Puntare solo allo sviluppo della parte tradizionale sarebbe una strategia poco orientata al futuro».