Secondo il report annuale del World Economic Forum, la pandemia ha riportato indietro la parità di genere di una generazione. Quasi nessun progresso in Italia, che si posiziona dietro a Uganda e Zambia
Ci vorranno almeno 132 anni per la piena parità di genere globale. E’ il dato che emerge dal Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum, dedicato al divario di genere globale.
L’aspetto positivo, se così si può pensare, è che ci vorranno 4 anni in meno rispetto a quanto stimato nel 2021, ma il progresso resta comunque lento, troppo lento, sulla strada per recuperare la battuta d’arresto legata al Covid-19, che ha riportato indietro la parità di genere di una generazione.
Economia, istruzione, salute, politica
Il rapporto annuale, alla 16esima edizione, esamina quattro parametri principali della parità di genere: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica.
Secondo l’analisi, delle 146 economie mondiali esaminate, solo 1 su 5 è riuscita a ridurre il divario di genere di almeno l’1% nell’ultimo anno. In materia di salute e sopravvivenza il divario di genere è stato chiuso al 95,8%, al 94,4% sull’istruzione, al 60,3% su partecipazione economica e opportunità e al 22% su partecipazione politica.
A questo tasso di miglioramento, ci vorranno 155 anni per chiudere il gap riguardante l’empowerment in politica – 11 in più rispetto al 2021 – e 151 per quello sulla partecipazione economica.
“Con una ripresa debole, i governi e le aziende devono fare in particolare due sforzi: attuare politiche specifiche per sostenere il ritorno delle donne nel mondo del lavoro e sostenere lo sviluppo dei talenti femminili nelle industrie del futuro”, afferma Saadia Zahidi, Managing Direcotr al World Economic Forum.

Finlandia in testa
Nella lista dei Paesi monitorati, quello al primo posto per eguaglianza di genere è l’Islanda, seguito dalla Finladia, dalla Norvegia, dalla Nuova Zelanda e dalla Svezia.

L’America settentrionale è la regione del mondo con la migliore performance: ha un divario di genere al 76,9%.
A livello generale, l’Europa ha il secondo livello più alto per parità di genere (76.6%), con un miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2021 e un tempo calcolato di 60 anni per colmare il divario. Tra i paesi europei migliorati di più: Albania, Islanda e Lussemburgo.
Italia 63esima su scala globale
E l’Italia? Il nostro paese rimane 63esimo. Rispetto al 2021, l’Italia ha migliorato il suo punteggio globale di 0,001 e nella classifica rimane subito dopo Uganda e Zambia e appena prima della Tanzania. A separarla dai vicini europei ci sono 46 posizioni dalla Spagna (17esima), 48 dalla Francia (15esima) e 53 dalla Germania (decima).
A livello europeo, l’Italia è 25esima su 35 l’Italia, seguita da Repubblica Slovacca, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Polonia, Malta, Ungheria, Romania, Cipro e Grecia.

Nel dettaglio, male i dati sulla partecipazione economica, che comprende tasso di partecipazione al mondo del lavoro, divario retributivo di genere, reddito da lavoro stimato, presenza delle donne tra funzionari, legislatori, alti dirigenti e professioni ad alta specializzazione. Il nostro paese passa dalla posizione 114 alla 110, con un miglioramento di minimo 0,003 punti.
Sulla partecipazione economica, l’Italia resta al fondo anche della classifica regionale europea, insieme a Macedonia del Nord e Bosnia ed Erzegovina.