A metà mese sono usciti i nuovi dati di ascolto della radio. Li ha sfornati come sempre Ter, la società messa in piedi anni fa da editori e associazioni radiofoniche per sopperire al buco lasciato dal fallimento Audiradio. Come sempre c’è chi scende e c’è chi sale nella classifica, che mette in fila le emittenti nazionali e che Primaonline pubblica puntualmente. Così come puntualmente, ogni rilascio dei dati è un’ occasione per il riemergere dei conflitti che da sempre affliggono la compagine societaria del Tavolo Editori Radio, che taglia fuori il mondo dei pubblicitari, a differenza del restante sistema delle ‘audi’, ed è influenzata, nei risultati, da campagne pubblicitarie delle radio interessate ed eventi sponsorizzati che servono ad aumentare il ricordo dei brand radiofonici.
La necessità di intervenire è stata segnalata di recente al convegno annuale di Upa, gli utenti pubblicitari associati, con le parole del presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi: “peccato non riuscire ancora a misurare la radio in tutte le sue sfaccettature, come meriterebbe. Aspetteremo il maturare della sensibilità degli editori”. A Sassoli ha fatto eco il presidente Agcom, Giacomo La Sorella, che agli editori ha chiesto “maggiore senso di responsabilità”.
Insieme ai nuovi dati di ascolto, Primaonline ha pubblicato le considerazioni di Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, che da tempo chiede un nuovo tipo di rilevazione considerando Ter “uno strumento inadeguato perchè si basa ancora su questionari telefonici della durata media di almeno 15 minuti ciascuno, che sostanzialmente fotografano il ricordo del brand”. Dichiarazioni a cui, interpellato da Primaonline, risponde ora il presidente Ter, Federico Silvestri (che è anche direttore generale di Radio 24 del Gruppo Sole 24 Ore).
Primaonline – Come commenta quanto affermato dal direttore di Rai Radio?
Federico Silvestri – Non commento perchè ritengo che la sede opportuna per discutere sia il Cda Ter. Auspico quindi un contegno adeguato da parte di tutti gli amministratori.
Primaonline – Non sono nuove le posizioni critiche di Rai Radio.
F. Silvestri – Come presidente Ter mi sento in dovere di puntualizzare che il nostro obiettivo è migliorare sempre la rilevazione per dare a editori e mercato dati sempre più adeguati e tutto il CdA partecipa elle attività di monitoraggio e sviluppo.
Primaonline – A proposito di mercato. Perchè Upa, ossia gli investitori pubblicitari, non sono coinvolti in Ter a differenza delle altre ‘audi’?
F. Silvestri – Anzitutto faccio una precisazione tecnica. E’ bene ricordare che Ter è un MOC (Media Owners Committee, NDR) e non un Jic (Joint Industry Committee, organismo che riunisce tutte le componenti del mercato, NDR) e la scelta della metodologia fin dalla sua nascita nel 2016 (sotto la presidenza di Nicola Sinisi, espressione del socio Rai, NDR) è stata unanime. Per quanto riguarda Upa, con loro abbiamo un canale di comunicazione finalmente riaperto perché l’intento comune è riavvicinarsi; ma dobbiamo farlo con la dovuta cautela perchè Ter oggi rappresenta un valore che va tutelato. Non ci si può dimenticare infatti che quando Audiradio è implosa sono stati gli editori che hanno dovuto assumersi il compito di tutelare il mezzo e lo hanno fatto costituendo Ter.
Primaonline – Perchè proseguire nell’utilizzo di una rilevazione basata su interviste telefoniche mentre il resto delle ‘audi’ punta su sistemi tecnologicamente più evoluti?
F. Silvestri – Anzitutto va detto che il sistema Cati attualmente è utilizzato anche da altre currency. Oltretutto, l’indagine Ter è l’unica che usa tre istituti di ricerca – Gfk, Ipsos e Doxa – a cui si aggiunge un’ulteriore certificazione a cura di Pwc. Il punto però è che questa metodologia, ancora oggi, è quella che offre maggiori garanzie per come è fatta l’infrastruttura radiofonica in Italia e considerato da dove arriva l’ascolto prevalente.
Primaonline – Sta dicendo che è la rilevazione più adeguata per come sono ripartiti gli ascolti oggi in Italia?
F. Silvestri – Esattamente. Oggi l’FM è di gran lunga la componente prevalente dell’ascolto ed è storicamente ben rilevato dalla Cati. Non è chiaro quindi perchè debba essere considerata inadeguata. Oggi non lo è.
Primaonline – Però è in atto una profonda trasformazione digitale del mezzo.
F. Silvestri – Certamente e ne siamo più che consapevoli. La fruizione digitale è un fenomeno in aumento ma ancora adesso non è certo prevalente. Ter deve accompagnare questa evoluzione assecondandone i tempi necessari. Adottare oggi un’altra metodologia di punto in bianco sarebbe controproducente e non consegnerebbe al mercato una fotografia puntuale. Quindi certamente sì a una evoluzione, purché graduale e senza fughe in avanti.
Primaonline – Tra i soci Ter, Rai ha posizioni critiche anche su Dab e switch off dell’FM su cui Confindustria Radio Tv si è espressa ieri chiedendo al Governo l’approvazione del piano frequenze per la radio digitale e chiudendo a un eventuale intervento di chiusura sulla Modulazione di frequenza.
F. Silvestri – Questa non è materia di competenza di una società come Ter. Detto questo, personalmente non conosco a fondo la posizione di Rai ma concordo con quella espressa da Confindustria Radio Tv.
Prima – Gli investimenti pubblicitari in radio con l’arrivo del Covid hanno subito una drammatica frenata. Fcp fortunatamente sta registrando segnali di ripresa.
F. Silvestri – Il mercato ha consapevolezza del valore della radio, che continua ad esprimere dati di ascolto positivi, e dell’attendibilità dell’indagine come testimonia la crescita e la continuità di investimenti che stiamo vedendo dall’inizio del 2021. Anche questo primo semestre del 2022 chiuderà con un dato positivo.