La portavoce Zakharova accusa il giornale di Giannini di diffondere informazioni false. E l’Ansa sta al gioco.
Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ha smentito con il suo stile aggressivo e sarcastico l’articolo de La Stampa che qualche giorno fa raccontava di ingerenze russe nella caduta del governo Draghi, citando un incontro tra un funzionario dell’ambasciata russa a Roma e un emissario di Matteo Salvini.
Gli attacchi a La Stampa
La Stampa è da tempo sotto tiro delle critiche di Zakharova e dell’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov per i suoi articoli molto duri sulla guerra in Ucraina, sulla disinformazione distribuita a piene mani, e per tutto quello che riguarda il presidente Putin e la sua squadra.
“A quanto ho capito, si tratta dello stesso giornale che si è segnalato negli ultimi mesi per un numero considerevole di vere e proprie dichiarazioni false”, ha detto Maria Zakharova all’Ansa.
“Basti ricordare la palese falsificazione commessa da questa testata il 16 marzo di quest’anno, quando le notizie sul bombardamento di Kiev sotto il titolo ‘La carneficina’, erano accompagnate da una fotografia delle conseguenze di un attacco missilistico delle forze armate ucraine sul centro di Donetsk”.
Zakharova ha poi tirato in ballo la storia dell’articolo di Domenico Quirico, l’editorialista querelato dall’ambasciatore russo Razov, con l’accusa di aver scritto “dell’opportunità dell’eliminazione fisica del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin”, senza ricordare la contro querela presentata dal giornale.
“Non ha senso – ha tagliato corto la portavoce “entrare in un dibattito o comunque commentare le invenzioni di questo giornale, che, purtroppo, può già vantare dei principali ‘fake maker’ dello sistema informativo italiano”.
Sistema informativo sicuramente anomalo dove si registra anche la presenza dell’Ansa che si è fatta strumento di diffusione delle accuse di Zakharova, che non fa la differenza tra fake news e informazione indipendente, senza nessun contraddittorio, limitandosi a registrare i suoi insulti.