Pietro Labriola (Foto Ansa)

Labriola (TIM): con Dazn accordo in modalità “stop loss”

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Stamane alle 11.00 (4 agosto) l’ad ha presentato in call al mercato i risultati del secondo trimestre del 2022, rispondendo pure alle sollecitazioni degli analisti sui temi chiave: le performance di Tim Enteprise, quelle del mobile, l’accordo con Dazn, Tim Brasil, le prospettive della rete unica…

Pietro Labriola e Tim sempre sotto i riflettori. Stamane alle 11.00 (4 agosto) l’ad ha presentato in call al mercato i risultati del secondo trimestre del 2022, rispondendo in coda a tutte le sollecitazioni degli analisti. “Avevamo detto che avremmo cercato di fare meglio delle previsioni e stiamo mantenendo la promessa nonostante un contesto macroeconomico più difficile” ha dichiarato il manager subentrato a Luigi Gubitosi.

“Sulla base del miglioramento della guidance 2022 – ha aggiunto – mi chiedono se potrei aggiornare quella per il 2023. Noi manteniamo un approccio conservatore, ma allo stesso tempo abbastanza positivo, perché è chiaro che a fine 2022 saremo in posizione migliore per il 2023-2024. Per il momento però la guidance per i prossimi anni viene confermata, e attendiamo il nuovo piano per tutte queste valutazioni” ha ribadito Labriola, alludendo al forte cambiamento del contesto economico nel frattempo intervenuto, tra guerra e inflazione.

Ma ha sottolineato: “Se faccio un bilancio dei primi 6 mesi, abbiamo raggiunto molti risultati strategici e operativi in un periodo breve. Siamo sulla buona strada o addirittura in anticipo rispetto agli obiettivi”. Labriola ha lasciato intendere che ci sono altri margini di miglioramento. “Chiariamo, il miglioramento della guidance è spinto dal miglioramento dell’ebitda domestico” ha risposto agli analisti e “non considera il nuovo contratto Dazn, non considera nessun miglioramento dei costi”. L’upgrade dell’outlook sull’EBITDA è stato determinato solo dal mercato domestico (non dai cambi, non da Dazn, non dall’acquisizione di Oi in Brasile), suggerendo margini di miglioramento dell’attuale consenso per il business italiano”.

Pietro Labriola

A proposito di Dazn

A proposito dell’accordo siglato con Dazn, Labriola si è trincerato dietro l’obbligo di riservatezza impostogli dal confidentiality agreement siglato con la società guidata da Stefano Azzi.

Labriola ha comunque detto che al secondo anno di contratto, Tim Vision ha avviato la nuova campagna di reclutamento clienti non più da una base di zero sottoscrittori, ma da 500mila abbonati già in dotazione. Che con la rinuncia alla esclusiva di distribuzione, ci si è però tutelati con una serie di clausole “anti cannibalizzazione” del proprio parco abbonati. Sull’accordo con Dazn, senza dire a quanto ammonti il risparmio per Tim, Labriola ha detto solamente: “Abbiamo siglato un accordo che ci mette in una modalità stop loss e quindi nella condizione di seguire le cose senza il rischio di peggioramenti”.

Le performance brillanti di Tim Enterprise

Tra le performance particolarmente positive del semestre quelle di Tim Enterprise, business unit guidata da Elio Schiavo, che ha riportato ricavi da servizi in crescita di circa il 9% YoY, grazie alla crescita del business cloud, che ha registrato un +62% year on year.

Agli analisti che gli chiedevano le motivazioni di questo dato contro tendenza rispetto ad altre realtà europee consimili a TIM, Schiavo (Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer) ha risposto: “Siamo l’unica piattaforma nel Paese e probabilmente in Europa che copre l’intera gamma di prodotti e servizi. Abbiamo un’offerta forte sulla connettività, 16 data center con capacità illimitata, solide partnership con tutti i principali attori a livello globale. E il cloud, in particolare, è un asset unico per il Paese”.

Sul punto in questione l’ad del gruppo ha ribadito: “Siamo un ‘animale peculiare a cui gli analisti chedono di spiegare perchè i competitor non hanno risultati così buoni. Perchè abbiamo una situazione molto diversa: il 51% dei nostri proventi vengono dall’ict, siamo gli unici con 16 datacenter e il 50% dei proventi arriva dall’amministrazione pubblica”.

Rete Unica. Il vento sta cambiando nell’antitrust europeo

Altro tema oggetto di attenzione degli analisti il progetto di infrastruttura unica. L’ad ha affermato che il piano Rete Unica che Tim sta discutendo con Cdp e gli altri soci è stato condiviso con l’Antitrust europeo solo in termini generali, ma che “il vento sta cambiando”. Ha detto inoltre il manager, facendo riferimento a quanto accaduto su altri mercati continentali: “La discussione con l’antitrust è solo generale, perchè non abbiamo tutti i dettagli per parlarne. Ma ora c’è una nuova visione in Europa diversa sul consolidamento del mercato delle tlc. Quello successo in Spagna – ha detto Labriola agli analisti – sarà una sorta di test” riferendosi alla fusione tra Orange e MAsMovil. Le due aziende la settimana scorsa hanno annunciato la chiusura della loro fusione. L’obiettivo è quello di creare la più grande società di telecomunicazioni spagnola per numero di clienti di telefonia mobile e banda larga, unendo il secondo e il quarto operatore del mercato nel paese.