Roma prigioniera della lobby dei rifiuti

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LOBBY D’AUTORE – Prima Comunicazione, Luglio-Agosto 2022

C’è una lobby di cui nessuno vorrebbe mai occuparsi, neanche chi scrive. Ma è francamente impossibile non farlo dopo le immagini e l’olezzo dell’impressionante colonna di fumo nero che la sera del 15 giugno ha avvolto gran parte di Roma, a causa dell’incendio scoppiato all’impianto Tmb di Malagrotta, e il conseguente ritorno della Capitale a una emergenza rifiuti mai dichiarata ufficialmente, ma pienamente visibile per le strade della Città eterna. La ‘lobby dei rifiuti’ è, in realtà, l’alfa e l’omega di questa gabbia che da decenni imprigiona Roma. Un sistema opaco fatto da pochi protagonisti – più o meno sempre gli stessi – su un terreno di gioco fangoso in cui è molto difficile distinguere tra legalità e illegalità, tra probabili cartelli e improbabile mercato, tra interessi politici evidenti e affari inconfessabili.

È accettabile che da molti anni Roma sia perennemente più sporca delle altre capitali europee e della media delle grandi città italiane? È accettabile che il ‘sistema Roma’ di (non) gestione dei rifiuti sia messo in crisi da un incidente, casuale o doloso che sia, occorso a un impianto di trattamento dei rifiuti? E ancora, è accettabile che tutte le gare bandite da Ama per il trattamento dei rifiuti vadano deserte, nonostante importi molto rilevanti che in ogni altro luogo determinerebbero un’affollata competizione di mercato? Roma Capitale e la sua controllata Ama non chiudono il ciclo dei rifiuti e, di conseguenza, non hanno alcuna reale autonomia nella gestione della spazzatura. Vivono in una condizione di perenne ricattabilità e di conti tragicamente in disordine, di “disequilibrio sopra la follia” (parafrasando Vasco Rossi) che nessuno sembra interessato a far terminare davvero.  

Ma come sempre in Italia, il ‘vincolo esterno’ potrebbe correre in soccorso delle debolezze nostrane. L’avvicinarsi del Giubileo 2025 toglie dal tavolo l’alibi principale che finora ha consentito a ogni amministrazione capitolina di non fare nulla, facendo finta di gestire per lasciare immutati in concreto interessi e assetti di potere. Oggi il sindaco Roberto Gualtieri ha i poteri straordinari di un commissario, anche nell’ambito della gestione dei rifiuti. E ha iniziato a usarli per annunciare la costruzione del primo termovalorizzatore nell’area romana: sarebbe la mossa principale per dare finalmente a Roma un’economia circolare dei rifiuti, ma soprattutto per diminuire la ricattabilità di Ama e di Roma Capitale. Dovrà dimostrare ulteriore coraggio, il sindaco Gualtieri, nel lungo processo che porta dalla decisione all’execution: in molti proveranno a fermarlo, a scoraggiarlo, a consigliarlo diversamente. Perché ‘la lobby dei rifiuti’ non rinuncerà facilmente a condizioni che oggi nessun mercato lecito può offrire, dal lato dell’offerta: pochi fornitori in tutti le fasi del ciclo dei rifiuti – dalla separazione al trattamento degli stessi – e ancor meno controlli, notevole permeabilità dell’amministrazione pubblica verso gli interessi dei proprietari degli impianti e scarsa voglia della politica di regolare un settore così opaco.

Stavolta, tuttavia, Roma non può permettersi di perdere la partita. Il Giubileo 2025 sarà ‘la’ vetrina permanente nel mondo della Capitale e dell’intero sistema Italia, per un lungo anno, e l’inizio di uno straordinario trittico che sarà completato (con ogni probabilità) da Expo 2030 e dal bimillenario della Crocifissione di Gesù Cristo. Tutto ciò in una fase storica in cui molti indicatori fanno pensare che la staffetta dello sviluppo potrebbe tornare da Milano a Roma, come già fu tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, come avevo già scritto un anno fa in ‘Liberare Roma’. Affrontare questa irripetibile sequenza di occasioni con le strade di oggi, vorrebbe dire condannare Roma e l’intero sistema Italia a una inevitabile retrocessione. Ma c’è ancora tempo, e ci sono finalmente gli strumenti, per evitarla.

Da molti anni Roma è perennemente più sporca delle altre capitali europee e della media delle grandi città italiane. Ma con i poteri straordinari al sindaco Gualtieri (il primo passo è l’annuncio della costruzione di un termovalorizzatore) qualcosa può cambiare. In vista soprattutto del Giubileo 2025 (foto RomaToday).