Fausto Manzana

Il T, nuovo quotidiano trentino sulla rampa di lancio

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Capo della cordata di nuovi editori, espressione delle forze produttive locali, Fausto Manzana, fondatore e ad di GPI, e presidente di ConfindustriaTrento

Saranno anche tutti pazzi questi trentini, come dice qualcuno che li conosce bene, ma che nella provincia autonoma stia per nascere il nuovo quotidiano ‘il T’, sostenuto da mezzo o addirittura tre quarti del mondo imprenditoriale provinciale, e che l’editore altoatesino Ebner, che oggi possiede ‘L’Adige’, lo storico giornale di Trento, sia pronto a reagire addirittura riproponendo in veste rinnovata ‘il Trentino’, giornale di cui nel gennaio 2021 aveva decretato la chiusura, è cosa che fa comunque riflettere sull’importanza che i giornali ancora rivestono a livello locale.

Il progetto del nuovo ‘il T’, che ha avuto un punto di non ritorno il 24 maggio scorso, quando il fatto che fosse in gestazione è stato annunciato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa, è decisamente impegnativo, tanto da far pensare che non sarà di facile gestione.
Tanti giornalisti (una ventina più il direttore Simone Casalini), molte ambizioni, ma un territorio ristretto in cui pescare, economicamente ricco, ma con poco più di mezzo milione di abitanti e una concorrenza capace, come vedremo, di rispondere a nuove iniziative con una discreta energia.

Chi c’è dietro al progetto ‘il T’

Senonchè dietro a ‘il T’ c’è un personaggio come Fausto Manzana, fondatore e amministratore delegato di GPI, un’azienda di servizi  dalla sanità, al sociale e alla pubblica amministrazione quotata in borsa che oggi dà lavoro nel mondo a oltre 8mila persone, presidente di Confindustria Trento, che di risorse ne ha quante se ne vogliono, al cui fianco si sono schierati i costruttori di Ance Trento, gli albergatori di Federalberghi Trentino, gli artigiani dell’omonima associazione, la formidabile associazione del mondo cooperativo Cooperazione Trentina, più una serie crescente di soci privati. E dietro Manzana c’è, in veste di consulente, un vecchio volpone come Luciano Paris, amministratore delegato dell’Adige’ quando quel giornale era ancora dei conti Gelmi di Caporiacco.

La situazione dei giornali in Trentino e Alto Adige

E qui ci sta un riassunto delle puntate precedenti guardando al più ampio panorama regionale e a quando in Trentino e Alto Adige c’erano cinque quotidiani in lingua italiana. L’Adige’ dei Gelmi di Caporiacco a Trento, ‘Alto Adige’ a Bolzano e Trentino a Trento, quotidiani sinergici del gruppo Gedi, e i due allegati del Corriere della Sera, Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige. Per i fatti suoi a Bolzano se ne sta invece il Dolomiten, quotidiano di lingua tedesca della Athesia, società di una potente famiglia, gli Ebner, guidata oggi da Michl Ebner, amministratore delegato del gruppo, con interessi che spaziano dai media al turismo, dall’energia alla vendita al dettaglio, che ha come unico concorrente un solo altro minuscolo quotidiano in tedesco, la Neue Südtiroler Tageszeitung.

Tutto cambia quando Gedi, dopo la fusione con Itedi (La Stampa e Il Secolo XIX), è costretta a ridurre il numero dei suoi giornali per rispettare una vetusta normativa antitrust, mette in vendita Alto Adige e Trentino e nel giugno 2016 trova come unico interlocutore proprio i sudtirolesi Ebner, che così entrano per la prima volta nel mondo dei giornali in italiano. Due anni dopo, nel luglio 2018, stessa sorte tocca all’Adige, che i proprietari non intendono più sostenere: nessun gruppo italiano si palesa ed alla fine sono gli Ebner a intervenire, trovandosi così in un’inedita posizione di monopolio regionale.

Qualcuno protesta, ma è poca cosa, finché dopo varie alchimie non riuscite, dei due giornali trentino, L’Adige e Trentino, il gruppo non decide di sacrificarne uno: la vittima è Trentino, la cui edizione cartacea sospende le pubblicazioni il 15 gennaio 2021.

Ed è forse qui che l’imprenditoria locale si sveglia. Finalmente, dicono alcuni, si comincia a pensare a un proprio giornale. Dicono che ci siano stati abboccamenti, che Ebner abbia fatto capire che se qualcuno lo voleva L’Adige era lì, che si comprassero quello. Ma niente da fare. Non solo questioni di campanile, ma forse anche della consapevolezza che in questo modo è una sola concessionaria di pubblicità la Media Alpi del gruppo Athesia, che fra l’altro raccoglie pure la pubblicità locale del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino, a dettare le proprie regole sul territorio. Con sullo sfondo la politica, con le elezioni provinciali in programma per il 2023 e la Lega al governo dal 2019 sia a Trento che in Alto Adige, in questo caso insieme a quella Südtiroler Volkspartei di cui Michl Ebner è stato a lungo uno dei maggiori esponenti. Senza contare, ma chi sta osservando da vicino la contesa sa che è così, il carattere dei protagonisti del nuovo scontro, Ebner e Manzana in prima fila.

Un giornale “antitesi dei tweet”

“Noi però non saremo né filo né antigovernativi”, dice a Prima Manzana. “Vogliamo essere piuttosto espressione dei moderati, del partito del sì, del dibattito, del confronto su temi come il futuro dell’autonomia della Provincia, che dobbiamo ogni giorni meritarci e del cui secondo statuto ricorre il cinquantesimo anniversario, ma anche il cambiamento climatico, la sostenibilità, il futuro dei nostri giovani, il lavoro e la denatalità, il sociale. Vogliamo parlare di gestione dei rifiuti, Valdastico, agricoltura biologica, turismo montano, se vale o non vale la pena innevare a bassa quota. Riteniamo che Il T possa rappresentare quella maggioranza silenziosa che in questo momento si vede svilita e a cui vengono date in un tweet risposte che dovrebbero essere complesse. Questo no. Saremo l’antitesi dei tweet”.

Per dar vita al giornale sono state create una fondazione, Synthesis, presidente lo stesso Manzana, proprietaria sia della testata che della società editoriale di gestione, dal medesimo nome, amministratore unico il commercialista Franco Sebastiani.
Con gli obiettivi che la fondazione si auto assegna che forniscono altri elementi della politica editoriale del T: “Promozione e diffusione della cultura d’impresa, dello sviluppo economico e sociale sostenibile, dell’innovazione, dell’internazionalizzazione dell’economia locale, della nuova imprenditorialità, della cultura e della pratica del volontariato, della collaborazione transfrontaliera in particolare nell’ambito dell’Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino”.

Roberto Simoni
Roberto Simoni

“In effetti”, spiega Roberto Simoni, presidente di Cooperazione Trentina e a sua volta nella compagine di vertice della Fondazione come vice presidente, “qui in Trentino abbiamo avuto da sempre almeno due giornali sui quali venivano affrontati i temi specifici del nostro territorio, che sono tanti, e così in qualche modo è stato anche quando ‘L’Adige’ e ‘Trentino’ si sono trovate nella stessa proprietà. Sull’onda emotiva della chiusura di Trentino abbiamo quindi cominciato un discorso che è durato più di un anno, ma che ha confermato l’esigenza di avere un quotidiano che avesse le sue radici qui. Un solo giornale è un impoverimento culturale, sociale, del dibattito stesso all’interno delle nostre realtà di base. Così, consci delle difficoltà che incontreremo e del fatto che un giornale non servirà certo a fare soldi, metteremo ‘il T’ a disposizione della nostra comunità, comprese categorie che oggi trovano poco spazio al di fuori del web, dove strumenti ce ne sono tanti, ma senza l’autorevolezza che ancora ha la carta stampata.
E ora, più che si avvicina la data di uscita, vediamo crescere i consensi, c’è un buon clima che ci auguriamo si traduca in interesse vero per la nostra iniziativa”.

Debutto il 3 novembre

L’uscita di il T è in programma per giovedì 3 novembre (numeri zero a fine settembre, primi ottobre. Avrà versioni su carta e digitale, sito e social, ovviamente. Stampato a Bergamo, quaranta pagine, diffusione provinciale, sei giorni su sette, niente lunedì quindi. Raccolta pubblicitaria in parte esterna in parte interna. Obiettivo circa 5mila copie fra carta e repliche digitali, più o meno quanto vendeva Trentino (contro le circa 20mila oggi vendute dall’Adige) cercando di pescare anche in quel nuovo mondo interculturale, con tanti giovani venuti da altri Paesi, che saranno seguiti da
una redazione giovane e con alcuni elementi che da quel mondo provengono.

La sede in via Maccani, per scelta in un’area commerciale post-industriale. Direttore, designato fin dallo scorso aprile, ma attivo dalla fine di giugno, Simone Casalini, 48 anni, di Fano ma trentino di adozione che era responsabile web del ‘Corriere del Veneto’ e del ‘Corrriere di Bologna’.
Venti i redattori, caporedattore Lorenzo Ciola, ex ‘Adige’, vice Marika Damaggio, dal ‘Corriere del Trentino’, altri redattori sempre provenienti dall’’Adige’, un paio ex del defunto ‘Trentino’. Gente esperta accanto a giovani comunque pratici della città e di quelle valli trentine dove si giocherà una parte importante della partita.

La contromossa di Ebner

E dall’altra parte? Il primo segnale che a Bolzano non si sarebbe rimasti con le mani in mano è arrivato con la decisione del gruppo Ebner di restituire all’’Adige’ un proprio direttore, Pierluigi Depentori, già web editor delle diverse testate del gruppo e direttore responsabile del sito giornaletrentino.it (che era poi il sito del ‘Trentino’).
Depentori ha preso il posto di Alberto Faustini, direttore dell’’Alto Adige’, a lungo anche del ‘Trentino’ e dal 16 marzo 2019 direttore anche dell’’Adige’. Una decisione, la nomina di Depentori, accolta però dalla redazione con una certa freddezza (11 sì al voto di gradimento, 6 no, ma ben 14 astenuti), forse un segnale più che contro di lui contro l’editore. Il quale infatti più che all’Adige per reagire a quella che vive come un attacco non solo editoriale, starebbe pensando di creare una cortina fumogena uscendo con un’ulteriore testata – scelta fra un pacchetto di testate registrate dalla società editrice – che evocherà il vecchio Trentino.

Uscita possibile – la conferma non c’è ancora – a metà ottobre ad occupare il campo, forse 12 pagine, redazione asciutta, meno di mezza dozzina di persone, direttore quel Paolo Mantovan che del Trentino era stato caporedattore e vice direttore, poi ultimo direttore per traslocare infine a Bolzano come vice di Faustini.