Voto, serve la buona informazione. E far capire che è utile votare

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Solo metà della popolazione si informa con una certa continuità di politica. Un quarto non lo fa mai, secondo i dati dell’Istat del 2021, che la direttrice, Linda Laura Sabbadini, ricorda in un intervento su ‘La Repubblica’.
In particolare l’89% di chi si informa lo fa tramite la tv, soprattutto attraverso i tg, perché l’ascolto dei dibattiti politici risulta in forte diminuzione, appena del 15%. Perdono terreno anche i quotidiani che in venti anni passano dal 52,1% al 27,7 in corrispondenza con la crescita della disillusione verso la politica. Mentre l’uso dei social network è in crescita, ma ancora a livelli bassi, intorno al 22%, meno della radio che è al 30%.

Linda Laura Sabbadini (foto Ansa)
Linda Laura Sabbadini (foto Ansa)

La direttrice dell’Istat si rivolge al sistema dell’informazione perché riesca a garantire in queste due settimane una informazione sobria e paritaria. ‘’Una informazione – rileva Sabbadini – che affronti i problemi concreti del Paese e dei cittadini, favorendo una partecipazione massiva al voto, quale l’eccezionale situazione critica del Paese richiede’’.

L’appello di Verona alla politica sul ‘Corriere’

Il rettore della Bocconi, l’economista Gianmario Verona, interviene dalle colonne de ‘Il Corriere della Sera’ per sollecitare i politici a non banalizzare la complessità dei problemi del momento: dalla minaccia nucleare, al prezzo dell’energia, all’inflazione, ma aiutare gli elettori a saperla leggere.
“A fronte di livelli di complessità mai sperimentati – scrive – la risposta della politica è offrire soluzioni semplici. Flat tax,
reddito di cittadinanza, più pensioni, scostamento di bilancio per rincaro di energia….Ma che dovrebbe fare la politica per vincere – si chiede – se il livello di attenzione nel mondo social passa con la velocità di un video di qualche secondo su Tik Tok?”. “Dare l’esempio – afferma Verona – Parlare agli elettori, non banalizzando la complessità. I politici potrebbero restare stupiti e scoprire che gli elettori, se messi nelle condizioni giuste, sanno leggere la complessità che li circonda’’. Il rettore della Bocconi conclude il suo intervento invitando al voto perché di certo il partito degli astenuti se pure maggioritario, non siederà a Palazzo Chigi.
‘’Andiamo tutti a votare – afferma – consapevoli che la persona e il partito che riceveranno il nostro voto dovranno aiutarci a superare, con i pochi strumenti rimasti a disposizione e una reputazione, prima conquistata e poi incrinata dalla caduta del governo Draghi, questo momento internazionale oggettivamente non banale’’.

Zuppi: voto un “diritto e dovere”

Anche il Presidente della Conferenza Episcopale, Cardinale Matteo Zuppi, rivolge un esplicito invito al voto. E ciò contestualmente all’anticipazione dell’orario del viaggio di Papa Bergoglio a Matera, in occasione della conclusione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, per consentire ai delegati delle varie diocesi di tornare alle loro città in tempo per votare.
‘’Il voto – rileva Zuppi – è un diritto e un dovere di tutti i cittadini. La Chiesa è per la libertà di coscienza, non certo per la libertà dell’indifferenza’’.

Il cardinale Matteo Maria Zuppi (Foto Ansa)
Il cardinale Matteo Maria Zuppi (Foto Ansa)

Intanto la parola che riassume questa ultima fase di campagna elettorale è ‘’scostamento’’. Lo rileva lo specialista di scienza dell’opinione pubblica e sociologia della comunicazione, Massimo Panarari su ‘L’Espresso’.
Oltre allo scostamento dal pareggio di bilancio per far fronte al caro bollette, Panarari sottolinea quello di buona parte del ceto politico dai problemi quotidiani delle persone. ‘’Esso genera, a sua volta – sottolinea – lo scostamento dalla vita pubblica di quote crescenti dell’elettorato, che si rifugiano nell’astensionismo (o nel rancore antisistemico). Uno
scostamento che si fa secessione dalla politica, alimentando ancor più la depoliticizzazione della società’’.

Massimo Franco, editorialista politico de ’Il Corriere della Sera’ pone l’accento sulla civiltà politica che manca. ‘’C’è una irrefrenabile inclinazione – afferma- a marcare le diversità, a recriminare, a scavare solchi profondi e personali sempre più profondi’’. Sarebbe il caso – si augura in questo ultimo scorcio di campagna elettorale – di cambiare toni e di capire che quanto si dice adesso non potrà essere cancellato. ‘’E peserà – sottolinea- su ogni tentativo di mostrare un Paese unito e per questo più forte: dentro e fuori dai confini dell’Italia’’.