I programmi elettorali sono molto scarni riguardo l’editoria, che fanno rientrare nel settore culturale, anch’esso piuttosto povero di idee e spesso confuso con lo sviluppo del turismo.
Il Pd, oltre l’abbattimento dell’Iva per tutti i prodotti culturali, evoca una legge di settore per tutta la filiera editoriale, un piano nazionale per la lettura, e un fondo nazionale per il pluralismo per contrastare la cattiva informazione. I Cinquestelle si limitano a sostenere una riforma del sistema radiotelevisivo, mettendo fuori i partiti e recuperando la funzione sociale di garanzia e pluralismo dell’informazione. Gli altri partiti nemmeno nominano i media e si limitano alla promozione dell’ istruzione ( +Europa spenderebbe l’1% del Pil), allo sviluppo del turismo (Italia Viva toglierebbe alle Regioni l’offerta), alla diffusione della cultura fra i giovani ( Unione Popolare prevede gratis fino a 18 anni libri, cinema e teatri).
L’unico partito che si distingue per una particolare attenzione verso l’editoria giornalistica e la trasformazione digitale è Fratelli d’Italia, che annuncia un potenziamento delle risorse esistente attraverso una revisione del Pnrr, anche in relazione alle ripercussioni nel settore del caro energia. L’on. Federico Mollicone, responsabile per la cultura e l’innovazione, nuovamente candidato per la Camera, ricorda che nel Dl Aiuti FdI ha già presentato emendamenti per rifinanziare il credito d’imposta sulla carta.
‘’ Bisogna migliorare la dotazione economica per l’editoria. – sottolinea a Prima – Il settore editoriale vive una crisi strutturale, generata da profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato, di cui la transizione digitale è l’aspetto più evidente. La tutela di questo settore è fondamentale per le ricadute economiche e sociali, ma anche perché rappresenta il cardine del pluralismo democratico nel mondo della comunicazione. Per questo proponiamo – spiega – una revisione del Pnrr per includere negli aiuti anche il settore editoriale, a fronte del caro energia e del caro materiali’’.
La Fnsi denuncia che nella legislatura appena conclusa non è stato varato alcun provvedimento di riforma strutturale. In sostanza i giornalisti chiedono una svolta negli interventi del governo per il settore. Hanno ragione? Che cosa ne pensa?
I governi della XVIII legislatura hanno sempre portato avanti politiche limitate per l’editoria e la stampa, come emerso nel principale documento di politica economica, ovvero il PNRR. La parola “editoria” è inserita in un rigo, limitandola alla sola estensione delle misure di Transizione 4.0. Espressione simbolica dell’interesse dei governi Conte e del governo Draghi per l’editoria, per i posti di lavoro, per il pluralismo.
Noi abbiamo sempre sostenuto l’editoria nazionale: dal recepimento della direttiva copyright alle risorse per la pandemia, così come il credito d’imposta per gli investimenti incrementali e il rinnovo della dotazione economico per le cooperative editoriali. Abbiamo fatto una
battaglia affinché il DAB, Digital Audio Broadcasting, potesse diventare la regola nelle nuove automobili, però accelerare lo switch off sul DAB creerebbe un grave danno per tutto il sistema radiofonico italiano che ha fatto moltissimi investimenti e che non può passare in maniera automatica dal tradizionale al DAB.
Prevedete inoltre il riconoscimento delle edicole come servizi di interesse generale e vari tipi di sostegni, in particolare alle nuove aperture al Sud, con attenzione speciale a quelle che operano su suolo pubblico. Avete un’idea di quante risorse pensate di destinare?
La Rete di vendita delle edicole è fondamentale salvaguardia del diritto dei cittadini a un’informazione libera e corretta, nonché importante presidio a tutela del pluralismo informativo. La pandemia ha colpito duramente le edicole italiane, rendendo necessaria una pluralità di interventi come il riconoscimento normativo delle edicole come servizi di interesse generale; va reso strutturale il Tax credit edicole riservato agli esercenti dei punti di vendita esclusivi, già fissato per il 2022, nei limiti di 4mila euro, includendo in via residuale i punti vendita non esclusivi, ampliando inoltre le spese ammesse e istituendo meccanismi premiali; inserimento di incentivi all’informatizzazione e modernizzazione di questi esercizi, nonché sostegni a chi offre servizi aggiuntivi e sostegni alle nuove aperture, soprattutto al Sud, con un’attenzione speciale alle edicole che operano sul suolo pubblico. Sono risorse esistenti, come da nostri emendamenti, che hanno sempre ricevuto il vaglio di ammissibilità per la copertura economica.
Riguardo alla difesa della libertà di espressione e del diritto di cronaca, secondo i giornalisti sempre più minacciati da azioni giudiziarie temerarie e norme di leggi restrittive. Pensate di intervenire? E come?
Abbiamo fatto una battaglia per la libertà di espressione più volte: abbiamo dovuto attaccare diverse piattaforme perché rimuovevano contenuti, perché l’algoritmo andava a sospendere contenuti che erano di natura storica o di altra natura e fraintendeva il contenuto bloccando l’account. C’è un tema molto sensibile su questo, tra libertà d’espressione e anche libertà dei contenuti che vengono pubblicati, su questo abbiamo fatto una grande battaglia trasversale sul diritto degli editori di essere retribuiti per i propri contenuti.
L’AIE, Associazione italiana editori, chiede anch’essa una legge di sistema, oltre al credito d’imposta sulla carta, la lotta alla pirateria e la tutela del diritto d’autore, e infrastrutture e sostegno per le famiglie per potenziare la lettura. Come rispondete?
Raccogliamo l’appello dell’Aie: segnaliamo che già il nostro programma parla di tutela dell’editoria e che già nel Dl Aiuti bis abbiamo presentato uno specifico emendamento sull’industria cartiera che, insieme a quella editoriale, subisce gravissimi impatti dal caro energia. Il prossimo governo dovrà garantire una riforma generale del sistema del libro in Italia, con incentivi per l’innovazione e adottare, con urgenza, misure volte a contrastare la pirateria editoriale. Una battaglia parlamentare portata avanti già nel corso della XVIII legislatura con una proposta di legge a prima firma Butti e mia. Eravamo a un passo dall’approvazione in Aula di un testo condiviso da quasi tutte le forze politiche, anche esteso alla pirateria editoriale grazie a un mio emendamento, ma evidentemente qualcuno del PD ha pensato meglio di affossare la legge.
Il sostegno all’editoria rientra nel capitolo del programma di Fratelli d’Italia dedicato alla cultura in generale dal titolo: ‘’Cultura e bellezza, il nostro Rinascimento’’, che prevede tra l’altro un abbassamento dell’Iva al 4 per cento per tutti i prodotti culturali. la riforma dell’art bonus e tax credit spettacolo dal vivo, E’un programma ambizioso, che richiede molte risorse!
I nostri emendamenti e le nostre proposte sono sempre puntualmente nella “coperta” dei conti pubblici. Bisogna urgentemente attivare meccanismi per mettere in sicurezza le imprese dal caro energia, per poi passare agli incentivi fiscali per rilanciare la domanda. Un milione e mezzo di occupati, per 85 miliardi di valore aggiunto. Ogni euro investito in cultura ne attiva 4 in tutta l’economia nazionale. Per cui, cultura e editoria saranno tutelate, difese e promosse.

Un’ultima domanda sullo sviluppo del digitale e diffusione rete unica controllata da Cdp e in mano a Tim…
La nostra posizione è sempre stata chiara e coerente ed è stata recentemente ribadita dalla Presidente del nostro partito, Giorgia Meloni. Noi vogliamo semplicemente che l’Italia torni ad essere un protagonista europeo nelle telecomunicazioni, come lo sono la Francia e la Germania, dove gli incumbent sono ancora sotto il controllo dei rispettivi governi. Vogliamo che la nuova rete in fibra, fino alle case, sia una rete unica, nazionale, a controllo pubblico (quindi italiana) e wholesale only. Sin dall’inizio abbiamo sostenuto questo modello che separa la rete dai servizi e che ha tanti e importanti precedenti nel nostro Paese, basti pensare a Terna che serve le società operanti nel mercato elettrico, ma anche a RFI che offre l’infrastruttura a Trenitalia e Italo. Fdl è l’unico partito ad aver presentato e sostenuto una serie di proposte di politica industriale sulla rete, sul cloud e sul 5G. E Giorgia Meloni è l’unica leader di partito ad essersi occupata in modo dettagliato di una partita di così straordinaria importanza per la trasformazione digitale del Paese, su cui gli altri partiti sono rimasti in silenzio per lunghi mesi, una partita tuttora aperta per la quale sono previsti oltre 40 miliardi di investimenti.