Matteo Salvini (Foto Ansa)

Rai, Salvini contro il canone: azzerarlo

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Dal prato di Pontida, tra tutte le promesse elettorali, il leader della Lega Matteo Salvini ha inserito anche la Rai e il canone. La proposta è quella di cancellarlo dalle bollette della luce, toliendo la misura che fu introdotto dal governo Renzi.

“Si può fare, lo fanno altri 10 Paesi”, ha spiegato. “In un momento drammatico per le bollette per la luce, anche quei 90 euro di canone per le famiglie fanno la differenza: per un pensionato e un disoccupato significa fare la spesa tre volte in più”, ha detto.

Un concetto ribadito anche a Zona Bianca su Rete4. “La Rai incassa 700 milioni di euro di pubblicità e incassa il canone mentre Mediaset fa lo stesso servizio ma non fa pagare il canone”, ha spiegato il leader leghista.
“Se devo pagare milioni di euro a qualche radical chic che fa comizi in Rai a spese del contribuente, chi sceglie la Lega sceglie che la televisione pubblica non gravi più sulle bollette”

Uigrai: senza canone scompare il servizio pubblico

“Senza canone Rai ogni famiglia risparmierebbe 24 centesimi al giorno”. A stretto giro, alle parole di Salvini è arrivata la replica dell’UsigRai, che ha stimato quanto il canone incida sulle spese quotidiane.
“La lega di Salvini che vorrebbe abolirlo e non solo toglierlo dalla bolletta chiarisca agli italiani anche cosa perderebbero in termini di servizio pubblico senza quattordici canali televisivi, tredici radiofonici, i tg e gr nazionali e regionali, i siti di informazione, le piattaforme digitali, un centro ricerche per le telecomunicazioni e un’orchestra sinfonica nazionale”.

“Un servizio pubblico non vive di pubblicità, come fanno invece le TV commerciali – sottolinea ancora -. Semmai sono gli spot che andrebbero aboliti a fronte di risorse certe e adeguate. Se poi la Rai viene ritenuta, a stagioni alterne, di destra o di sinistra, siano i partiti a liberarla riformando subito la legge di nomina dei vertici dell’azienda che oggi mette in mano alla maggioranza e al governo di turno la redini della Rai; invece di usarla solo per fare propaganda elettorale”.